martedì 31 marzo 2009

Lista d'attesa

Oggi è uscita la graduatoria per la scuola materna nel nostro istituto comprensivo, che conta tre scuole in tutto. Ci sono 70 posti disponibili, e Gabo è al 77esimo posto...

Ora, devo ammettere che temevo peggio, perché sono rimasti fuori parecchi bambini, ma la frequenza al nido dà la precedenza. E' la data di nascita quella che ci ha fregato: essendo un novembrino, Gabo viene scavalcato da chi è nato prima.

Ora dovremo aspettare una graduatoria comunale per sapere se riusciamo a rientrare in qualche altro istituto comprensivo, ovvero in un altro quartiere, vale a dire in una zona irraggiungibile a piedi da casa nostra. Così la nonna non potrebbe più andare a prendere il nipotino, ma dovremmo basarci esclusivamente sulla baby sitter, che però al momento è disponibile solo tre o quattro volte a settimana.

Intanto, ho pre-iscritto Gabo in una materna privata parrocchiale, extrema ratio, visto che siamo atei e non l'abbiamo nemmeno battezzato, ma la teniamo come soluzione d'emergenza. Anche perché costerebbe 600 euro al mese. Più 400-500 euro di baby sitter.

Ora, vorrei dire a tutti i benpensanti, politici in primis, che noi donne italiane abbiamo ricominciato a fare figli, anche a fronte di grandissimi sacrifici, non solo economici ma anche psicologici e organizzativi, visto che per molte - come me - il part-time è una chimera.

Ma se non ci date i nidi, e nemmeno la scuola per l'infanzia, cavoli, lo capite che ci passa la voglia e - ancor peggio - la possiibilità di fare figli??

N.B. Quanto costeranno delle belle catene e un lucchettone? perché sto meditando di andare a incatenarmi davanti a qualche scuola o all'Ufficio scolastico provinciale...

venerdì 27 marzo 2009

I volantini servono

Nell'arcobaleno un po' scarno di Gabo, abbiamo aggiunto un colore: juo.
Però sta cominciando a declinare i plurali e i generi: così i fiori sono sossi e dalli, mentre Barbamamma è nea.
In questi giorni mi sembra un po' più ricettivo, considerato che nel linguaggio è indietro quasi quanto il cibo. Ad esempio, ha imparato a dire latte (anche se ogni tanto gli scappa tatte, perché trova sempre più comodo raddoppiare le sillabe). E l'onomatopea gli piace sempre molto: la sveglia, già da qualche tempo, è diii.

Ancora, però, non riesce a pronunciare la c dura. Infatti stamattina ha per la prima volta detto cane invece di bau, che però è tane. La zeta invece gli viene abbastanza bene, come in zia, ma ogni tanto gli scappa il francesismo jia. Grazie, invece, è decisamente azzie, con la zeta aspra.

I maggiori progressi, comunque, li ha fatti non con i libri o l'osservazione diretta, ma sfogliando assieme a me i volantini pubblicitari dei supermercati, quelli con le offerte speciali. Gli indico dei prodotti a lui noti e lui li ripete tutti, ovviamente solo le ultime due sillabe. E quando vede i detersivi dice "no, mamma!" perché sa che li devo toccare solo io...

Poi gli piace molto distinguere il genere maschile e femminile. Con i pronomi siamo quasi al completo: io, tu, lui, lei, noi gli sono chiari e li usa a proposito. E sa distinguere il sesso delle persone e anche dei personaggi dei cartoni animati, come i bradipi maschi e femmine dell'Era glaciale. Li indica e dice mamma o papà. Anche quando incontriamo degli adulti per strada, non importa se siano con bambini o meno e perfetti estranei: li saluta e dice "tao mamma", "tao papà!". O anche, a seconda dell'età, nonno o nonna.

E' sempre stato molto espansivo, Gabo, e questo ci può far vivere delle esperienze imbarazzanti... Temo infatti che prima o poi apostroferà come nonna qualche madre, magari mia coetanea, che vedo girare dalle mie parti con figli anche piccolissimi...

In compenso, ieri, ad un appuntamento di lavoro mi hanno chiamata signorina. Forse dovrei prenderlo come un complimento. E fortuna che ho la fede al dito, altrimenti giuro che mi sarei sentita un po' zitella!

giovedì 26 marzo 2009

A papà?

Il quarto giorno col papà in trasferta ormai volge al termine.

Stasera Gabo, al mio ritorno, mi ha fatto delle feste commoventi, riempiendomi di baci e abbracci. In genere io torno quando il papà è già a casa e a volte viene a salutarmi con un bacino, ma spesso non mi fuma proprio. Quindi questo è un lato positivo.

Per il resto, alcune amiche con mariti trasfertisti mi avevano tranquillizzato. Anzi, a loro dire avrei avuto modo di vivere momenti speciali, tutti nostri. Ma, a parte i baci e abbracci di stasera, così non è. Tutta colpa dei miei orari di lavoro del cavolo, che mi costringono ad arrivare a casa alle 20 passate. Così fino a quell'ora Gabo sta con la tata, che gli prepara anche la pappa. Poi, quando io ho finito di cenare, abbiamo tempo a malapena per prepararci per la nanna...

Comunque, al momento, Gabo non sembra risentire dell'assenza del padre. E' stato importante prepararlo a cominciare da un paio di settimane prima della partenza, spiegandogli che papà avrebbe preso un aereo (discorso che lo intriga molto)  e sarebbe stato lontano per lavoro per qualche giorno, in Cina, dove si fa cin-cin-cin. E Gabo fa cin-cin-cin e ride. Così gli abbiamo posto la questione in modo anche divertente.

In queste notti si è svegliato spesso, ma direi che sia tutta colpa del mal di pancia da tata dua (=stitichezza). Un paio di volte l'ha fatta nel sonno, con risveglio piagnucoloso e cambio veloce in semi-oscurità per non svegliarlo troppo. E ogni volta che si è svegliato, ha chiesto: "A papà?". E la mia risposta è sempre: "Papà è in Cina, poi torna". Tra qualche giorno comincerò a dire: "Papà torna presto". Tanto il senso del tempo, ovviamente, ancora Gabo non ce l'ha.

Con il papà, causa fuso orario, le comunicazioni avvengono la mattina alle 7 via telefono o skype, ma Gabo per ora non ha mai voluto salutarlo (d'altra parte, in questo periodo, fa così anche con me: quando è con la tata e io li chiamo non mi vuole parlare; e si comporta allo stesso modo con le nonne, mentre in passato era stato molto loquace). E anche vederlo via webcam non gli interessa: il primo giorno continuava a guardare e a indicare un'immagine di Barbapapà che avevo salvato sul desktop, e non si è nemmeno accorto che al centro dello schermo c'era il Veropapà!

Mi ha intenerita molto un episodio avvenuto lunedì sera. Stavamo guardando L'era glaciale, che conosce solo da pochi giorni ma che lo appassiona (Gabo lo chiama jaj, che in gabrielese vorrebbe dire Scrat, ovviamente il suo personaggio preferito). Per chi non lo conosce, è la storia di tre animali preistorici (un mammuth, un bradipo e una tigre) che trovano un bimbo abbandonato e vivono mille avventure per riportarlo al padre. Gabo è rimasto molto colpito da questa vicenda, e mentre lo guarda esclama spesso bibo (bimbo) e papà. E l'altra sera, proprio durante una delle scene in cui il padre segue le tracce del figlioletto, ha detto, con l'espressione un po' sconsolata: "Papà, aeo, Cinna". Si è identificato in quel bimbo lontano dal padre, il mio amorottolo...

Ma papà torna presto, vedrai!

martedì 24 marzo 2009

La rivolta degli oggetti

Tutto è cominciato ieri verso le 13 con un contrattempo non da poco per il papà, pochi minuti prima della sua partenza da casa per il viaggio in Cina.
Aveva appena chiuso la valigia e, assieme, avevamo settato la combinazione. Ovviamente era rimasto fuori un capo, e quando è andato a riaprire la valigia... niente da fare, serratura bloccata, la combinazione non funzionava più. Non vi sto a descrivere il nervoso e gli improperi... fatto sta che è dovuto intervenire un cacciavite per forzare la serratura.

Ma questo non è stato che l'inizio.

Nel pomeriggio porto Gabo dalla nonna. Alle 19 scendo per andare a un bancomat. Scelgo di prelevare 200 euro.
"Importo non ancora erogabile".
Ehh? Mai vista una frase così. Riprovo: 150 euro. Stavolta va. Non chiedo la ricevuta (non la prendo mai) e aspetto i soldi.
Escono 50 euro.
Cosaaa?? Chiamo il numero verde: "L'unica è contattare domattina la filiale, ma se dice che è stata una procedura strana, può chiamare i Carabinieri...".
Chiamo il 112, spiego dove sono e cosa è successo, "guardi, ho paura che a questo bancomat ci sia uno di quegli aggeggi per clonare le carte...". Mi passano il 113. Rispiego tutto, intanto arrivano altre persone (non pensavo che fosse così frequentato un bancomat di domenica all'ora di cena), la centrale della Polizia pensa di mandare una volante sul posto e mi chiedono se il bancomat è stato manomesso. "Mah, a me sembra normale... senta, ci sono cose più importanti per una volante, ora mi consulto con altra gente, nel caso richiamo".
Una coppia prova e preleva senza problemi 400 euro.
Allora riprovo io. Intanto controllo i movimenti e risultano prelevati soltanto 50 euro. Comincio a sentirmi un po' fessa... Chiedo di prelevare 200 euro. "Importo non ancora erogabile". Aaaargh. Controllo la disponibilità: 700 euro. Ripiego di nuovo sui 150 euro: al video compare la scritta "Lei ha scelto di prelevare 50 euro, continua?". NO, cribbio!!!

Torno a prendere Gabo, che nel frattempo ha mangiato la pappa dalla nonna (ho perso un'ora al bancomat) e lo carico in macchina per tornare a casa. A metà strada comincia a dire "papà, papà" e gli ricordo che papà ha preso un aereo per andare in Cina. Ma lo sento agitato. Intanto ho imboccato una strada a scorrimento veloce, quasi una superstrada di città, e sento che Gabo si muove. Non mi posso fermare, non c'è corsia d'emergenza... Provo a sbirciare dallo specchietto e lo intravedo in una strana posizione. "Non ti muovere, stai fermo, fermissimo!!!". Passano cinque lunghissimi minuti e finalmente arrivo sotto casa, senza possibilità di fermarmi prima senza correre pericoli. Scendo e... Gabo è completamente sganciato dal seggiolino. Le cinture sono slacciate. Lo bacio, lo abbraccio, "sei stato bravissimo, amore mio"! Probabilmente al buio non lo avevo agganciato  correttamente... Abbiamo corso un rischio altissimo. E' andata bene.

Questa mattina, ore 8 circa. Abbiamo già visto e sentito il papà via Skype: là ormai è pomeriggio. Gabo ha fatto colazione e lo accomodo sul divano a guardare i cartoni in tv, perché io devo fare una doccia. Ho appena cominciato quando mi resta l'asta del rubinetto in mano.
Panico!
Cerco di reincastrarla ma niente da fare, non capisco nemmeno come sia uscita... intanto l'acqua scende forte e lo scarico non funziona tanto bene.
Aiuto...
Chiamo Pechino: "Dove cavolo è il rubinetto centrale per chiudere l'acqua??".
Il papà in trasferta, sveglio ormai da 24 ore, non se lo ricorda, anzi, forse non l'ha nemmeno mai saputo... "Potrebbe essere sul balcone". Fantastico, ci sono 5 gradi e ho un accappatoio bagnato addosso. Intanto decine di litri di acqua si stanno facendo beffa di me e della sete nel mondo.
Comincio a rivoltarmi contro l'oggetto e finalmente ne scardino un pezzo. Riesco così a chiudere l'acqua.

E il papà torna solo tra due settimane...

Ci prepariamo (ovviamente sono in super-ritardo) e, come tutte le mattine, mi accingo a chiudere la porta della nostra camera da letto. A Gabo piace saltare sul lettone ("ten ten", dice lui) e non voglio che lo faccia quando è con la tata.
Mi resta la maniglia in mano.
Rassegnata, lascio la porta aperta... sia mai che stanotte mi tocchi dormire sul divano perché non si apre più.

Devo correre in ufficio: oggi ho un lavoro importante da consegnare ed è la prima volta che lo faccio io (devo sostituire una collega in ferie). Ovviamente non trovo parcheggio e lascio l'auto in divieto di sosta.
Arrivo un po' trafelata e scarico subito la posta: attendo entro le 9.45 un documento da cui devo redarre degli abstract da inviare al committente al più tardi alle 11.
Alle 10 non è ancora arrivato nulla.
Incarico la segretaria di chiamare per un sollecito: "Entro 5 minuti arriva".
Arriva alle 10.20. Ho 40 minuti per leggere (be', diciamo scorrere) 40 pagine di un pdf che è pure da dezippare. Intanto è un delirio di telefonate, devo anche tenere accesa una radio sul pc in streaming per registrare una trasmissione (insopportabile) che serve ad un collega per lavoro.
Cerco di concentrarmi e comincio a scrivere su un file di word. Sono ad oltre metà lavoro quando...
Si blocca il pc.
Porc-str-vaff-cris-boia d'un.
Mi succede due o tre volte al giorno, ormai lo so, è colpa dei pdf e di chi li ha inventati.
Devo riavviare.
Altri minuti persi.
Metà lavoro perso.
Credo che abbiano sentito le mie urla a chilometri.
Alla fine butto giù sto cavolo di abstract (venuto malissimo, ovviamente) e, dopo averlo inviato, sbatto la porta ed esco imprecando.
"Vado a cercare di spostare la macchina, sempre che non mi abbiano già fatto la multa!".

Tremo dall'agitazione e dal nervoso.
Il bancomat.
Il seggiolino.
La doccia.
La maniglia.
Il lavoro.

La passeggiata mi fa rilassare un pochino.
Rientro.
Vedo tutti i colleghi molto rilassati e anche un po' sconsolati.
"Si è bloccato tutto, non possiamo lavorare, è saltato il server centrale".

...

Abbiamo lavorato a singhiozzo tutt'oggi, con la intranet che cadeva anche ogni 10 minuti.

Madai e la tempesta
, insomma.

E mancano 11 giorni al ritorno del papà.

(Mentre leggevate questo post avete salvato eventuali files importanti, vero???)

giovedì 19 marzo 2009

Papà, shosh!

Caro papà,

la mamma stamattina mi ha detto che oggi è la tua festa. Mi ha detto che dovevo dirti "auguri papà!", o "viva il papà!", ma io non ne sono ancora capace.

Allora sono venuto in camera mentre ti vestivi e ti ho detto "Papà, shosh!" perché mi piace tanto quando tu mi dai dei pezzetti di scotch e io li attacco sul mio cicci blu.

Da qualche giorno, poi, tu e mamma mi state dicendo che presto tu prenderai un aereo e andrai lontano per tanti giorni. Andrai in Cina, e questo l'ho imparato a dire. Ogni volta che vedo un aereo dico: "Aeo, papà, Cinna!". Non ho ben capito cos'è questa Cina, forse è un posto dove fanno cin-cin-cin come mi ha detto la mamma, che mi fa tanto ridere.

Mamma è un po' preoccupata perché non siamo mai stati lontani più di un giorno, da quando sono nato. E secondo lei risentirò di questa tua lontananza. Però poi mi ha detto che mi porterai un regalo.

Intanto, caro papà, cin cin!

giovedì 12 marzo 2009

I love shopping on-line

Ultimamente ho ancora meno tempo del solito per fare acquisti, così sto scoprendo le gioie dello shopping on-line: per libri e dvd uso ibs, per l'abbigliamento privalia (li consiglio entrambi).

Navigando per blog mammeschi, mi sono imbattuta in un sito che - per fortuna - non conoscevo quando Gabo era ancora una lenticchia nella pancia... altrimenti, mi sarei scatenata in acquisti! Si chiama sononato.it e offre gadget utili e futili per bebé, junior, future mamme e mamme a tutti gli effetti. Ci sono anche tante idee-regalo a meno di 5 euro per neonati e neogenitori.

Per ora ho dato un'occhiata veloce ma conto di esplorarlo con più calma prossimamente. Intanto, dopo un veloce scambio di mail per avere alcune informazioni, ho scoperto che si tratta della "creatura" di una mamma, pertanto ho deciso di pubblicare qui a lato il banner del sito (e se ci cliccate su, magari ne esce anche uno sconticino per me... se non ci si aiuta tra mamme ).

Intanto, metto virtualmente nel carrello il primo oggetto che mi è saltato agli occhi: una targa da passeggino personalizzata con tanto di nome del bimbo, anno di nascita e provincia! Costa solo 7,90 e peccato che non l'abbia trovata prima: forse avrei evitato quello scambio di passeggini, al nido, che a novembre mi fece imbufalire!

mercoledì 11 marzo 2009

Colpo di fulmine

Nella vacanza pre-varicella in montagna, Gabo ha vissuto un'altra tappa fondamentale della sua vita: la sua prima "cotta". Ed è stato "amore" a prima vista ricambiato.
Ok, forse esagero, diciamo che è stata una simpatia... Ma vederlo così affettuoso, abbraccioso e sbaciucchioso con una bimba, lui che è un po' orso, mi ha davvero intenerita!

Si sono visti la prima sera che siamo arrivati in albergo. Noi eravamo in attesa di entrare nella sala da pranzo per la cena, ed è arrivata questa famiglia con una bimba, a occhio, coetanea di Gabo. I due si sono guardati un attimo e hanno cominciato subito a rincorrersi per i corridoi dell'hotel, ridendo felici. Mentre i due papà li tenevano d'occhio, io ho scambiato le classiche due chiacchiere tra mamme, scoprendo così che la bimba, Chicca, era nata appena due settimane prima di Gabo.

Nei tre giorni che abbiamo trascorso in montagna, ogni volta che si incontravano, Gabo e Chicca non facevano che ridere, giocare, scherzare e sbaciucchiarsi, come se si conoscessero da sempre! Tanto è vero che, in un paio di occasioni, altri ospiti dell'albergo ci hanno chiesto se erano gemelli. Da segnalare che c'erano altri bimbi della stessa età in hotel, che i due incontravano anche nella sala giochi, ma senza fumarli più di tanto.

Per me, preoccupata di avere un figlio manesco e un po' attaccabrighe (fino a qualche mese fa la sua unica relazione fisica con altri bimbi al parco era... dare spintoni!), è stato un grande sollievo vederlo comportarsi così.

Temo che Chicca e i suoi genitori, invece, stiano vivendo con un pizzico di apprensione questi giorni di possibile incubazione di varicella... Visto che i due bimbi, dal giovedì sera alla domenica mattina, hanno fatto i "francobolli", e i primi "timbri" pustolosi sono comparsi il mercoledì successivo, il contagio non è un'ipotesi remota!

La mamma di Chicca, comunque, è stata da me prontamente avvisata del fattaccio... e forse leggerà anche queste mie righe. La mia speranza è di rivedere presto i nostri "gemelli" giocare e ridere assieme! E senza puntini rossi di torno...



(In questa foto, scattata a 2000 metri, stanno ancora "prendendo le misure"... ma non sono un amore???)

domenica 8 marzo 2009

Frustr-azione

Altro che varicella "frusta" e forma lieve... Gabo ha pustole persino sui palmi delle mani, dentro le orecchie e probabilmente anche in bocca, sotto forma di afte: ieri sera ha chiesto uno spicchio d'arancio, ma dopo un paio di ciucciatine si è messo a piangere e non l'ha voluto più.

La pappa, ovviamente, è già diventata un optional. E la nanna non è stata così tormentata nemmeno quando lo allattavo: stanotte si è svegliato a mezzanotte, all'1,30, alle 4,30 e definitivamente alle 6.

Alle 9.30 sono strisciata fino in piscina, per il mio idromassaggio a cadenza mensile ormai (e pensare che ci andavo due volte a settimana! Ma come facevo??), e nello spogliatoio ho incontrato la mamma di una compagna di "classe" di Gabo: "Come puoi vedere dalla mia faccia - mi ha detto, indicandosi le occhiaie- anche A. ha la varicella... e stanotte non abbiamo chiuso occhio". Mal comune poco gaudio, ci siamo fiondate per 10 minuti nel bagno turco: più che altro una scusa per poi fare la doccia in santa pace.

Quel che mi chiedo è come fare a non lavarlo almeno per un'altra settimana... Oltretutto gli spruzzo l'olio Vea un paio di volte al giorno almeno (non so se conti, ma a lui piace la sensazione di fresco dello spray, quindi abbondo). Ancora qualche giorno così e potrà fare a gara con Pig Pen.

C'è poi l'incognita reclusione: il pediatra si è raccomandato di non farlo uscire per una settimana. Ma mi è venuto il dubbio: è una precauzione per non contagiare altri, o anche per proteggere il bambino da eventuali complicazioni? Perché oggi è una giornata meravigliosa, e magari nel tardo pomeriggio mi piacerebbe portarlo a fare il giro dell'isolato, tipo passeggiatina con il cane... Dieci giorni senza mettere il naso fuori di casa potrebbero farci andare tutti un po' fuori dei coppi, come si dice da noi!

venerdì 6 marzo 2009

E' ufficiale...

...Gabo ha la varicella.

Ma va bene così: la scorsa settimana siamo riusciti ad andare in montagna e in marzo non abbiamo altri impegni o programmi particolari. Meglio che se la prenda ora, che è inverno (visto che non possiamo lavarlo finché non sono cadute tutte le croste, e così ha anche meno pelle scoperta da grattare) e va al nido (perdere due settimane di scuola è sicuramente peggio!).

Tutto è cominciato mercoledì pomeriggio, quando al nido gli hanno scoperto un paio di puntini rossi sulla schiena: "Per noi potrebbe essere varicella...". Ho subito chiamato il pediatra e mi ha consigliato di dargli sciroppo di Aciclovir (3 ml tre volte al giorno, per quattro giorni) e, al caso, Olio Vea spray sulle pustole.

Ma in serata, quando sono tornata a casa e l'ho guardato bene, aveva solo quei due puntini, quasi pizzichi di zanzare. Quindi non gli ho dato nulla e ieri mattina ho richiamato il pediatra, che l'ha voluto vedere.

"No, totti, no!", si è subito lamentato Gabo quando gli ho spiegato che dovevamo andare dal totti... E lo capisco: l'ultima esperienza coi dottori non era stata per nulla piacevole. La visita è durata un paio di minuti, e il pediatra è stato dubbioso: "Mah, non sono sicuro, anche se queste due lesioni sulla schiena sembrano proprio di varicella: hanno già la crosticina... Ed ecco altri due puntini sul collo. Potrebbe essere una forma frustra", ovvero - ho poi scoperto cercando su internet - una variante lieve di varicella. "Guardi, se non compare altro, per me domani lo può riportare al nido".

Peccato che stamattina alle 6 Gabo si sia svegliato grattandosi furiosamente e molto caldo. E infatti aveva 38.4 e altri puntini sparsi nel corpo: collo, pancia, cosce, inguine... Per ora sono pochi e piccoli, ma credo che ci possano essere altre "buttate" nei prossimi giorni.

Anche se non è una "varicella frusta", come dicono alcuni, speriamo che almeno sia una forma leggera!

mercoledì 4 marzo 2009

Strategie in viaggio

Finora non abbiamo mai fatto viaggi in auto più lunghi di 400 km, quindi 4 o 5 ore al massimo, compresa una pausa di mezz'ora in autogrill. Gabo è abbastanza paziente, e in genere un paio d'ore se le dorme, ma anche perché cerchiamo di partire in orari "strategici", ad esempio dopo la pappa di mezzogiorno, così gran parte del viaggio coincide con il pisolino. Ma restano un paio d'ore da passare...

Io mi siedo sempre dietro al suo fianco, in modo da poterlo intrattenere. E anche nell'ultimo viaggio è andata bene (a parte la mezz'ora finale all'andata e quella iniziale al ritorno, in cui ha gnolato parecchio, ma forse per le curve e conseguente mal d'auto).

Ecco i nostri passatempi:

- il "Leggilibro", che Gabo sfoglia da solo, girando le pagine quando sente il suono che avverte quando è il momento giusto per farlo (abbiamo tre libri: Un po' di fresco per Ih-Oh, Cars e La caccia al tesoro di Topolino);

- un "volantino", con cui si diverte ad imitare il papà (ma questo dura poco);

- il suo amato cicci, cioè il pullman, e il gioco dello shosh, ovvero lo scotch di carta: io gli stacco dei pezzetti e lui si diverte ad appicciccarli sul pullman, ricoprendolo completamente (e questo, ultimamente, è il passatempo preferito anche la sera, quando siamo sul divano);

- le mie mani: mi tira le dita e io faccio versi buffi;

- la formichina, ovvero il solletico sulle gambe e lungo le braccia.

Poi guardiamo le macchine, i camion, i pullman, il paesaggio, le gallerie... io gli descrivo cosa vediamo e lui commenta, a modo suo.

E voi, che cosa fate durante i viaggi lunghi?

lunedì 2 marzo 2009

Càrtola (*)






(*) Dal "Corso di lessico bolognese" a cura del Ciccio: tipo giusto, molto fico, di un'altra (vedi). Se si "ha la càrtola" significa che si possiedono tutte le caratteristiche sia fisiche che comportamentali per fare colpo sull'universo femminile. Esempio: "Soccia, vestito così ho una gran càrtola!" esclamerà il giovane bolognese guardandosi allo specchio dopo aver comperato l'ultimo modello di camicia Armani Jeans.