mercoledì 10 ottobre 2012

Mestieri (4): il giudice

Il suo 'primo' mestiere fu il vigile del fuoco, figura che affascina non pochi bambini.
Poi dichiarò di voler diventare un guidatore di robot.
Quindi ha avuto il periodo dell'inventore.
E anche una breve fase in cui si era convinto che sarebbe diventato elettricista, complice un lavoro di classe fatto alla scuola materna sui "lavori utili" .
Ora ha un nuovo obiettivo.

"Mamma, da grande voglio fare il giudice".

Ecco, non penso che molti bambini puntino a questa carriera... 
L'idea a Gabo è venuta dopo l'esperienza non proprio positiva di Disneyland Paris, nello scorso mese di agosto: il giro sul "treno nella miniera" (Big Thunder Mountain), un roller coaster considerato adatto alle famiglie tanto che il limite di accesso è un'altezza di 102 centimetri (circa 4 anni di età), lo spaventò a tal punto da provocare in lui una sorta di indignazione per chi aveva concesso il permesso di salire sulla giostra anche ai bambini. Da lì ha cominciato a dire che da grande avrebbe fatto il giudice: in sostanza, per proteggere i bambini dai giochi pericolosi.

Poi ha maturato un programma anche più "politico": "E quando sarò giudice, dirò mai più armi e mai più guerre". Eh, si sa, i bambini sono sostanziamente pacifisti.

Ma c'è anche un aspetto più venale, in questa sua aspirazione. Un giorno gli ho fatto notare che bisogna studiare tanto, per diventare giudice... 
"Sì, ma poi guadagnerò tanto!".
Gabriele, guarda che questo non è un buon motivo per diventare giudice. E' anche un mestiere pericoloso, sai?
"Perché? Tanto si sta tutto il giorno dietro a una scrivania!".
Eh, è pericoloso perché ti puoi trovare davanti delle persone pericolose, che hanno fatto qualcosa di brutto. Magari hanno rubato, o persino ammazzato qualcuno...
"E allora? Io li mando in prigione, mica mi possono fare del male chiusi là dentro!".

Ok, tanto ha sempre ragione lui. E devo dire che ce lo vedo pure, a fare il giudice. O, vista la parlantina che si ritrova, il pm.

Eppure un elettricista sarebbe così utile, in famiglia...


martedì 2 ottobre 2012

Sereno, con qualche velatura...

Il mio silenzio sul blog durato tre settimane è dovuto a un accavallarsi di circostanze che non mi hanno lasciato un minuto libero. Proviamo a ricominciare...

Gabo ha iniziato la scuola elementare con animo sereno. E questo è l'aspetto più fondamentale. Finora c'è stata una sola piccola crisi, il mercoledì della seconda settimana, quando ha cominciato a piagnucolare prima di uscire perché non voleva andare a scuola. Normale, direi. "Mamma, è faticosissimo...", mi ha detto sulla porta di casa col faccino triste. E ci credo, dopo quasi tre mesi di dolce far nulla con la mamma a disposizione 24 ore su 24! Invece ora ha cominciato un vero e proprio lavoro di otto ore al giorno.
Oltretutto, la sua classe è impegnativa, per usare un eufemismo. Su 24 allievi, 15 sono maschi, di cui parecchi turbolenti. Gabo è vivace-buono, ma alcuni bambini sono vivaci-cattivi, ovvero maneschi o proprio problematici. Oltre a un certificato con insegnante di sostegno, c'è un caso particolare, diciamo così: non certificato soltanto perché i suoi genitori non hanno accettato di farlo, come invece avevano consigliato le maestre della scuola materna. E venerdì scorso questo bambino è pure riuscito a scappare dalla scuola, subito riacciuffato. Ma Gabo mi ha riferito anche un altro fatto, la prima settimana: un bambino che ha rovesciato un banco e poi si è appeso alla tapparella. Non so se sia sempre lo stesso caso, perché Gabo non è sempre affidabile nei racconti. Però lui è rimasto piuttosto scioccato dalla vicenda.
E poi ci sono i compiti: e il primo weekend non è stato facile convincerlo a completare le schede assegnate dalle maestre... Insomma, il percorso è in salita.

Ma non sono riuscita a godermi appieno questo importante passaggio della vita di mio figlio perché nella mia famiglia c'è stato un lutto, tragico e inaspettato, proprio la domenica precedente il primo giorno di scuola. E sono ancora sconvolta, oltre che addolorata.

Inoltre, sempre in quei giorni, sono stata chiamata per un colloquio, e poi richiamata dalla stessa azienda la settimana successiva, con una proposta di un impiego che non mi ha fatto dormire tranquilla per un paio di notti. La decisione è stata sofferta, ma alla fine ho deciso di non accettare, perché l'orario che mi avevano proposto era incompatibile con quello della scuola. Avrei dovuto iscrivere Gabo sia al pre-scuola che al post-scuola (servizi che costano, e non poco!), ma soprattutto avrei dovuto trovare anche una baby sitter che lo andasse a prendere tutti i pomeriggi... E non voglio più vivere quell'ansia che ho provato per quattro anni.

In ogni caso, sto cominciando a battere a tappeto tutti i siti di offerte di lavoro. Il prossimo passaggio saranno le agenzie interinali, o comecavolosichiamano. Ma quest'ultima esperienza (il doppio colloquio) mi è servita a capire che, se i datori di lavoro non sono flessibili sull'orario, nemmeno io lo sono. Per il bene di mio figlio innanzitutto.

Be', se sapete di qualche lavoro in campo giornalistico (redazioni, case editrici, uffici stampa ecc.) o anche come segretaria di direzione, a Bologna e dintorni, io ci sono. Ma soltanto fino alle 17.

(Forse è meglio tentare la fortuna al Superenalotto...).