mercoledì 30 dicembre 2009

Caro Babbo Natale...

Tutto bene, eh! Il problema è che la qui presente supermamma-superlavoratrice non ha avuto minimamente il tempo per aggiornare il blog nelle ultime due settimane... Così ora provo a buttare giù qualche appunto in ordine sparso.

Innanzitutto, prima di Natale si è interrotto il record di presenza consecutiva a scuola: nessuna assenza dal primo giorno fino, appunto, a giovedì 17 dicembre, quando mi ha chiamato la maestra per dirmi che Gabo aveva vomitato la colazione mentre mangiava la merenda di metà mattina. E aveva vomitato anche il giorno prima, subito dopo aver finito TUTTO il pranzo, tanto che persino le maestre avevano pensato che il suo stomaco, abituato a semi-digiuni, non avesse sopportato tutto quel cibo. Inoltre il martedì aveva avuto un paio di scariche semi-liquide, sempre a scuola, così abbiamo sospettato un virus gastro-intestinale. Fatto sta che l'ho tenuto a casa due giorni ma è sempre stato benissimo. Quindi chissà... forse era solo un'indigestione.

Poi è arrivata la maxi-nevicata e quindi ha saltato un altro giorno di scuola, il martedì 22, per il ghiaccio che ci ha praticamente impedito di uscire di casa. Ma lunedì 21 Gabo è riuscito a partecipare alla festicciola natalizia a scuola, rigorosamente senza genitori con mia grande gioia (non amo le recite, anche perché credo che non piacciano nemmeno a lui). Mi pare di aver capito che sia arrivato Babbo Natale da una finestra sul tetto, ma mio figlio è piuttosto avaro di racconti. Di sicuro so che ha portato dei giochi "collettivi" (anche perché li abbiamo pagati noi con una colletta tra genitori), ovvero un paio di bambole e un paio di piste per le macchinine più qualche libro.

E finalmente... è arrivato Babbo Natale anche a casa nostra. Di notte, perché non si fa vedere dai bimbi (nessuna pantomima con amico in costume, insomma). E mi pare che la cosa che abbia eccitato di più Gabo, la sera della vigilia, sia stato lasciare la "merenda" sotto l'albero per rifocillare il munifico vecchietto: un biscotto (anche se all'inizio Gabo era piuttosto riluttante a cederglielo) e un brick di latte e cacao Plasmon. "Buona idea, mamma!", ha ripetuto più volte con entusiasmo quando gliel'ho proposto.

Così, la mattina del 25, Gabo ha trovato un grande sacco rosso con dentro il regalo che aveva chiesto: "un aereo più grande di me", mi aveva dettato per la letterina a Babbo Natale, cambiando negli ultimi giorni il suo desiderio. In realtà, in cantina, avevamo già da giorni una bicicletta, che invocava da prima dell'estate... Ma, a dire il vero, mi lasciava perplessa come regalo natalizio, visto che in inverno si può usare poco. Quindi lo teniamo "di riserva", con l'idea di fargli trovare la bici quando, in primavera,  traslocheremo nella casa nuova, come regalo di "benvenuto".
Intanto, sotto l'albero ha trovato l'aeroporto della Lego Duplo, più un "sapientino" di Winnie the Pooh (comprato in realtà solo perché, in quello che aveva già, si erano scaricate le batterie della "penna" e ricomprarle sarebbero costate il triplo di un gioco nuovo...) e un librino cartonato in tema natalizio. Ma sul piattino dove avevamo lasciato il biscotto c'era una letterina da parte di Babbo Natale: "Caro Gabriele, ecco il tuo regalo. So che sei un bimbo buono, ma so anche che negli ultimi giorni hai fatto un po' troppi capricci. Quindi cerca di fare il bravo altrimenti dovrò venire a riprenderlo...".

Il problema è che Babbo Natale è un gran pasticcione e ha portato regali per Gabo anche in altre case... Sotto l'albero della zia, un elicottero della Dinoco con un'incredibile serie di macchinine di Cars, più (dalla nonna) un set di costruzioni con Saetta (Cars va sempre molto forte). Poi, il giorno di Santo Stefano, sotto l'albero di un'altra zia un grande camion per il trasporto di animali. Ma non è finita: domenica sera, scambio di regalini tra famiglie di amici, e per Gabo sono arrivati un trenino, un play-set con mezzi della polizia, un camion della spazzatura con vari accessori, due attrezzi di Manny tuttofare, pennarelli e album da colorare... Infine (per ora) un libro-puzzle di Cars dalla dada. Ma qualcos'altro dovrebbe arrivare ancora domani sera, senza contare che c'è ancora la Befana...

E su cosa ha pianto Gabo perché non l'ha avuto come regalo? Un aggeggio a forma di uccellino per tirare su gli stuzzicadenti, con cui ha giocato a Natale dalla zia...

L'anno prossimo, caro Babbo Natale, ti prego, solo libri e abbigliamento. Perché tanto Gabo preferisce giocare col mio ciappo per i capelli...

martedì 15 dicembre 2009

Perché? Come mai? PERCHE' MAI?

Siamo prepotentemente entrati nella fase dei perché...

Per ora le domande sono facili, ma il problema è che ripete sempre la stessa anche dieci volte di seguito. E non capisco se lo fa perché non è soddisfatto della risposta oppure perché è una specie di tecnica per apprendere meglio i concetti.

Esempio.
Ieri mattina ci siamo svegliati sotto una lieve coltre di neve. Gabo, ovviamente, esaltato.

"Mamma, perché c'è la neve?"
Perché fa freddo.
"Perché fa freddo?"
Perché è inverno.
"Perché c'è la neve?"
Perché fa freddo...
"Come mai?"
Perché è inverno...
"Perché mai?"

E via così, in stile "quo vadis"... (Dove vai? Al cinema. A vedere cosa? Quo vadis. Cosa vuol dire? Dove vai. Al cinema...).

Urgono strategie di sopravvivenza!

mercoledì 2 dicembre 2009

Come si chiama tuo papà?

Quando meno te lo aspetti, ZAC! Gabo ti caccia lì una domanda di quelle che ti lasciano a bocca aperta.

Tutto è cominciato domenica mattina, nello spogliatoio della piscina a lezione finita. Chiacchieravo con una mamma ucraina: lei mi raccontava che aveva pensato di chiamare suo figlio Gabriel, poi all'ultimo ha optato per Yuri. Così le ho detto che uno dei primi nomi che avevo pensato per Gabo era Ivan, anche perché in russo significa Giovanni, che era il nome di mio padre. Gabo era vicino a me che giocava, o meglio: cercava di fare danni, come al solito.

La sera stessa, quando meno me lo aspettavo, ZAC!, ecco la domanda: "Come si chiama tuo papà?".
Io ho abbozzato: Giovanni...
E lui: "Aaahhh".

Poi mi ha posto la stessa domanda la mattina successiva. E il dialogo è stato identico.

Ma prima o poi mi chiederà dov'è il mio papà, temo. Infatti mi chiede spesso dov'è nonna Mei, dov'è nonna Linda, dov'è la dada ecc.ecc. e ho sempre una risposta.

Se e quando me lo chiederà, gli dirò che è in un posto tanto lontano. Ma è sempre vicino al mio cuore.

Da 20 anni, ormai.

E spero che da quel posto tanto lontano possa vedere questo suo unico nipotino crescere, e chiedere di lui.