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mercoledì 25 luglio 2012

Pinocchio integrale in 5 ore e un quarto: ascolto completato!

Gabo è abituato sin da piccolissimo ad ascoltare favole in macchina. Niente musica, tantomeno canzoncine per bambini: anche per un tragitto di due minuti, chiede (esige...) "la storia". E io lo accontento volentieri. 

Abbiamo cominciato con dei cd di fiabe tratte dai film di Walt Disney, una raccolta che ho fatto in edicola (librpo+cd+puzzle di cubetti a cura della De Agostini) sin da quando Gabo aveva due anni. Così ho scoperto che le storie disneyane sono per lo più terrificanti (non nel senso della paura, ma proprio per la qualità...) e la loro riduzione è ancora peggiore. Ma tant'è, sono dei classici...

Poi siamo passati a un'edizione decisamente migliore di favole: quella curata da Rcs, disponibile anche in libreria, ma che io ho collezionato l'anno scorso sempre in edicola (libri e cd come allegati al Corriere della Sera), con classici di Andersen, Fratelli Grimm, Perrault e così via.

Insomma, in questi anni ci siamo allenati ad ascoltare storie in macchina...

Ma quella che abbiamo finito di ascoltare un paio di giorni fa è una storia davvero speciale: "Le avventure di Pinocchio", versione integrale e originale letta da Paolo Poli. Ben cinque ore e un quarto! Un'opera meritoria di Radiotre Rai che la trasmise a puntate nel 2006-2007, data poi alle stampe da Giunti (il cofanetto con il cd audio mp3 e il libro nell'edizione originale con le illustrazioni di Enrico Mazzanti costa 12 euro). 

Certo, abbiamo diluito l'ascolto in un paio di mesi, alternandolo ad altre fiabe... e anche a un po' di radio (ogni tanto 'costringo' Gabo a sopportarla). Ma nelle ultime due settimane ci siamo dedicati solo a questa "Storia di un burattino". E non pensavo che saremmo arrivati in fondo, visto che si tratta di una lettura "pura", senza canzoncine, musichette e orpelli vari. Oltretutto nella lingua toscana arcaica di Collodi. Ma Poli è bravissimo a rendere tutti i personaggi, semplicemente con qualche leggera variazione della voce. 

Certo, Gabo conosceva già la storia di Pinocchio, più che altro nell'orribile versione di Disney. Ma si vede che le vicende del burattino sono proprio nelle sue 'corde', visto che fu entusiasta della visita al parco di Pinocchio a Collodi, che abbiamo fatto un paio d'anni fa. Tanto che, al ritorno, gli facemmo anche vedere un'edizione ridotta dello storico sceneggiato televisivo di Comencini.

E poi, ahem, chi di voi conosce mio figlio, potrà notare anche una certa somiglianza con l'attore che impersonava Pinocchio, Andrea Balestri... Senza omettere che l'impertinenza e la disobbedienza sono due caratteristiche della nostra amatissima peste!

mercoledì 18 luglio 2012

La fatica di essere mamma full-time d'estate

Ometto tutte le incombenze tipiche della mattina, come preparare la colazione, tirare su i letti, lavarsi-lavarlo, vestirsi-vestirlo ecc. (routine già faticosa di per sé).
Ma la giornata di ieri è stata a dir poco massacrante, anche se in fondo divertente sia per me sia per Gabo.

Avevo deciso di fare un giro in città per riportare i libri alla biblioteca centrale, ma con una variante: il viaggio non in auto bensì con il treno locale. Un percorso di soli 15 minuti che con mio figlio non ho mai fatto, e la proposta gli è piaciuta così tanto da fargli venire in mente, di prima mattina, di giocare con un trenino avuto in regalo più di tre anni fa e un po' male in arnese. 
Ma la camera era occupata dalla pista di Cars, quindi occorreva smontarla. 
"Mamma, io non sono capace...".
Va bene, dai, vieni qui che ti aiuto. 

Non avevo mai smontato la pista né l'ho mai montata (e mai lo farò!): certe incombenze sono del papà. E se già mi stava poco simpatica, dopo aver smadonnato per mezz'ora appollaiata per terra a sganciare fermi e fascette con le unghie (addio smalto...), ho affettuosamente mandato qualche accidente a Babbo Natale per aver deciso di fargli quel regalo a sorpresa, oltretutto nemmeno richiesto... Colpa dei punti dell'Esselunga (la prossima volta ci prendiamo tre bottiglie di vino, va').

Archiviata la pista nell'armadio, un papà a questo cosa farebbe? 
Aiuterebbe il proprio figlio a montare il trenino e magari ci giocherebbe un po'.

E invece una mamma cosa fa? 
Oh finalmente il tappeto è libero, allora lo sbatto, poi penso che è l'occasione giusta per metterlo in lavatrice... Orpo, per liberare lo stenditoio bisogna ripiegare la biancheria asciutta e riporla. Be', certo, ora che il pavimento è libero, magari un giro di aspirapolvere... Già che ci siamo, e che dobbiamo montare la spazzola per il parquet, meglio pulire tutta la zona notte, no? 

Finalmente Gabo può montare il trenino. Oh, forse ho dieci minuti per lavarmi (il che vuol dire anche lavare il bagno, ovviamente). Ma dalla cameretta sento versi rabbiosi. Non faccio in tempo ad affacciarmi che il trenino è già smontato: "Non va più... Si è rotto". Mi riprometto di guardarci, magari era solo montato male (aveva fatto tutto da solo) oppure le pile della locomotiva scariche.

Vabbe', ci prepariamo per uscire (prendi i libri da riportare in biblioteca, la bottiglietta dell'acqua, un succo in brick, "e posso portarmi un gioco?". Sì va bene, scegli un gioco, manco dovessimo fare un viaggio di sei ore...). Sono le dieci di mattina e tornerei già a letto.

Il treno è puntuale e sono curiosa di vedere la reazione di Gabo: ha fatto solo una volta un viaggio in Frecciarossa, per una vacanza a Roma, ma aveva due anni e mezzo e non ricorda nulla. E lui cosa fa? Appena salito, si appoggia a me e chiude gli occhi mezzo assonnato... No comment.

Comunque, arrivati in città, prendiamo un bus e arriviamo in biblioteca. Lui prima gioca un po' con il computer a disposizione dei bambini (connesso alla pagina internet della Pimpa), poi sceglie un libro a caso e mi chiede di leggerglielo. In quel momento arriva un gruppo di una ventina di bimbi in età da materna che fanno un caos pazzesco, così improvviso una lettura collettiva e attiro l'attenzione di cinque o sei bimbi. Educatrici contentissime, Gabo un po' meno. Cambiamo stanza e passiamo una mezz'oretta a leggere. Un libro di Richard Scarry si conclude con alcuni giochi e indovinelli ma Gabo non riesce a capirli e ci innervosiamo entrambi. 

Ormai si è fatto mezzogiorno, forse ha fame, sicuramente è stanco. Di fronte alla biblioteca c'è un McDonald e ci dirigiamo lì. A lui, ovviamente, non interessa tanto il cibo (e quando mai??), piuttosto il giochino contenuto nell'Happy meal. In questo periodo ci sono dei simil-Zhu Zhu Pets, cricetini semoventi. Ne abbiamo già due 'veri' e uno mcdonaldese, così arricchiamo la collezione.

Finito il pranzo (che per Gabo consiste solo nelle quattro 'nuggets' di pollo e nel succo di pesca, visto che le patatine le schifa e il melone pure...), ci incamminiamo verso la stazione. A metà strada, però, mi viene un'idea (ok, lo ammetto, me le vado un po' a cercare...).
Gabo, vuoi andare subito a prendere il treno per andare a casa oppure ti va di fare un giro in un museo?
"Mu-se-o, mu-se-o!".
Quantomeno l'imprinting culturale sembra funzionare. 

Svoltiamo a sinistra e ci dirigiamo al museo civico medievale: una visita che risulterebbe ostica persino a dei laureati in storia, figuriamoci a un 5enne. Però riesco in qualche modo a rendergliela sopportabile e pure interessante, tra antichi fucili, spade, armature in ferro, codici miniati e un plastico della nostra città nel Duecento.

Finita la visita, affrettiamo il passo verso la stazione e finalmente torniamo a casa. Gabo mi chiede di vedere il dvd del film "La Gabbianella e il gatto", di cui aveva trovato il libro in biblioteca. Così si rilassa un po' e io ne approfitto per farmi una doccia e ridarmi lo smalto (distrutto dalla pista di Cars). Una delle mie rare concessioni alla vanità femminile...

Quel film dura troppo poco e Gabo mi chiede di giocare con i criceti. Va bene, giochiamo... "Mamma, mi è venuto in mente un lavoretto. Facciamo una gabbia per gli Zhu Zhu Pets?". Guardo tra la carta da riciclare, grande fonte di ispirazione, ma non trovo nessun cartone adatto all'uopo, poi mi viene in mente che già una volta avevamo trasformato una scatola in un castello e lo riciclo a sua volta come gabbietta.

Sono ormai le 16 ed è tempo di andare a fare un po' di spesa. Il che corrisponde alla mia "ora d'aria", grazie agli 'spazi bimbi' dei centri commerciali. Li stiamo frequentando un po' tutti, a turno... Gabo si diverte perché gioca con altri bimbi o fa lavoretti con le dade, e io mi godo un minimo di solitudine, seppure in mezzo a centinaia di persone...

Dopo la spesa, dobbiamo anche andare a ritirare la 'cesta' di frutta e verdura bio, impegno settimanale presso un Gruppo d'acquisto solidale. Quindi torniamo a casa, giochiamo un po' con i cricetini, intanto io svuoto la spesa e preparo l'acqua del bagno. Per lui è un altro momento di svago, per me un'altra fatica.

Cavoli, è già ora di cena... Accendo i cartoni e concordo il menù. Siamo solo noi due, il papà è in trasferta fuori città. Poi la solita routine serale: lavaggio denti, lettura e nanna. Quantomeno, alle 21.30 crolla senza troppe storie.

Stanotte alle 2 si sveglia urlando ZA! ZA! ZA! ZA! Forse sognava battaglie ninja... Corro in camera sua per rincuorarlo e lui mi fa: "Mamma, mi hai messo paura...". Barcollando torno in camera e riesco a riprendere sonno grazie ad un aiutino chimico che mi concedo da qualche giorno, dopo le battaglie notturne a casa della nonna in Appennino.

Stamattina alle 6,40 arriva nel lettone, si accomoda di fianco a me nel lettone e mi pone una domandina facile facile.
"Mamma, come si sono create le cose nel mondo?".

E un altro giorno è cominciato.

giovedì 5 luglio 2012

Giochiamo ai Gormiti

"E adesso, giochiamo ai Gormiti".

Quella che Gabo mi ha fatto appena sveglio non era una richiesta, ma un'affermazione perentoria.
Ora, io il cartone animato dei Gormiti non l'ho mai visto e credo nemmeno mio figlio. Però i suoi compagni di scuola sì, ed evidentemente devono avergli 'insegnato' qualcosa.
E a Pasqua, ahimè, ebbi la bella idea di regalargli un sacchettone di Gormiti (al posto dell'uovo di cioccolato, che tanto avrei dovuto mangiare io perché lui lo snobba): ben 17 personaggi al prezzo-da-urlo di 6 euro, un affarone imperdibile trovato nel negozio di prodotti per l'infanzia usati in conto vendita che frequento ormai da sei anni.

Tra l'altro, quando sono rimasta incinta desideravo proprio un maschietto. Ma, in effetti, per una mamma avere una figlia femmina per certi aspetti può essere più facile. Perché se ti propone "Giochiamo con le Barbie" ti viene naturale, no?
In questi anni ho persino imparato a giocare a Ben 10, a Bakugan, a Beyblade, perché i cartoni animati li ho scientificamente studiati all'uopo...

Ma... come cavolo si gioca ai Gormiti??

mercoledì 27 giugno 2012

Spot e forma fisica

Mattina, in bagno, in deshabillé mentre ci laviamo i denti.
Gabo mi guarda e mi fa: 
"Mamma, ti senti gonfia sulla pancia e... (pausa di riflessione, toccandosi le gambe) sulle ascelle?"
Cosce, Gabo. Quelle si chiamano COSCE. Sì, un po', perché?
"Ho visto in televisione una blubblicità di un prodotto che forse ti serve".
Pubblicità, Gabo. Si dice PUbblicità.
E poi è il caldo che mi fa gonfiare le gambe.
...
Se tuo figlio di 5 anni e mezzo ti consiglia una crema anticellulite, forse è il caso di fare qualcosa.
Tipo, controllare QUANDO e DOVE ha visto quello spot.
Ma anche fiondarsi in erboristeria...

sabato 17 marzo 2012

Deglutizione e circolazione, complici i cartoni

Siamo seduti al bar e Gabo sta mangiando la sua brioche preferita. Si ferma un attimo e mi fa: "Le pareti muscolari devono funzionare proprio bene, se no il bolo non va giù".

E ancora devo rispondere a una sua domanda di alcuni giorni fa: "Ma dov'è la vena cava inferiore?"

Pubblicato via iPhone, dal bar.

giovedì 12 gennaio 2012

Consecutio temporum e politica

"Se non esistesse un modo per fare diventare buoni i cattivi, ci sarebbe molta più guerra, no?"

(massima pronunciata pochi minuti fa da Gabo mentre SKY Tg 24 dava la notizia del no della Consulta ai referendum elettorali)

Pubblicato via iPhone

venerdì 18 marzo 2011

Un pomeriggio al museo


Ieri, per i 150 anni dell'unità d'Italia, pranzo in centro a Bologna in ristorante con provvidenziale sala giochi per bambini, seguito da visita al Museo civico archeologico.

Spieghiamo a Gabo che potrà vedere una mummia: la sezione egizia è infatti, pare, una delle più fornite al mondo.

Arrivati davanti alla teca, il nostro 4enne navigato non riesce a nascondere la sua delusione: "Ma mamma, quetta mummia non si muove!".

Mannaggia a Scooby Doo e alle conoscenze falsate che trasmettono i cartoni...
 







In compenso la sera, mentre guardiamo un documentario sul sole con tanto di tempeste solari e terremoti, Gabo tutto serio ci fa: "Se viene un terremoto bisogna andare sotto al tavolo, contare fino a 30, poi uscire in fila senza correre".
Io e mio marito strabuzziamo gli occhi...
E chi te lo ha detto?
"Le maettre!".

Stamattina a scuola mi informo e scopro che regolarmente fanno esercitazioni di evacuazione.
 







Be', vuol dire che - nonostante Scooby Doo e Zonzoli vari - qualcosa in quella testolina ci entra...

lunedì 7 febbraio 2011

Appunti


I dizionari danno due significati per il sostantivo "appunto": annotazione e critica. E il titolo di questo post li vuole richiamare entrambi.
Procedo infatti a ricopiare i veloci appunti che ho preso lunedì scorso, 31 gennaio, al colloquio con le maestre di Gabo. Se alla scuola dell'infanzia esistesse una pagella, insomma, il giudizio sarebbe insufficiente. O quantomeno lo sarebbe il voto di condotta...

"E' un bambino impegnativo. E' affettuoso, disponibile, ma fa fatica a seguire le regole.
Tutto bene finché il rapporto è uno a uno (cioè con la maestra) o nel piccolo gruppo. Ma alla 'cassettiera' (il luogo dove i bambini si siedono per le attività di gruppo che richiedono ascolto e attenzione, ndr) non sta seduto ed è molto difficile... Tende ad alzarsi, a disturbare, non segue quello che viene fatto. La sua grande difficoltà è seguire quello che gli viene detto. E così rischia di rimanere indietro rispetto agli altri".

Eh, lo sappiamo anche noi che Gabo è un bambino impegnativo. Che non sta mai fermo (nemmeno sul divano quando guarda la tv!), che non ascolta, non ubbidisce ecc.ecc.
E ce lo avevano detto anche al nido, che avrebbe avuto problemi di attenzione alla materna...

Ho spiegato alle maestre che noi certo non gli lasciamo fare quello che vuole, che lo riprendiamo, gli spieghiamo di continuo quali sono i comportamenti sbagliati e, se insiste a ripeterli, gli diamo anche una punizione o un castigo (tipo non guardare i cartoni, o se proprio ha fatto una marachella grave deve stare fermo qualche secondo in un angolo della sala... ma questo è successo rarissime volte, forse una o due in un anno). Insomma, siamo consapevoli della sua difficoltà a rispettare le regole. Ma quando ho chiesto consigli su come fare, anche le maestre hanno allargato le braccia e tirato fuori quella che pare la "bacchetta magica" per i bambini vivaci: "Gli faccia fare un corso di psicomotricità".

E così, mercoledì comincia 'sta psicomotricità... anche se io ci credo poco, tentiamo questa strada. L'altra, che pare funzionare, è quella di tagliare drasticamente i cartoni animati per proporgli momenti di gioco e di creatività (uno dei suoi problemi è che richiede sempre la presenza dell'adulto per giocare). Noi ci riusciamo, il difficile è controllare che lo faccia anche la sua tata... Non vorremmo dover far sparire i telecomandi, insomma.

Un altro problema che ci hanno segnalato le maestre (e che sinceramente fa imbestialire anche noi) è che Gabo si diverte a dire "parole sciocche". Tipo "ciao caccone" e fantasiose varianti che ruotano sempre attorno all'elemento c@cca. Probabilmente, quando lui si esibisce in questi show, i suoi compagni ridono come matti... Ma è arrivato a dirle a maestre, dade, parenti vari e persino a sconosciuti per la strada. Toccando un picco quando ha dato della "cicciona" a una persona che effettivamente sovrappeso lo è, e  dicendo a una dada a scuola "sei una schifosa", in modo assolutamente gratuito. Per questo episodio, tra l'altro, gli è stata data una punizione piuttosto severa, ovvero è stato mandato in un'altra classe, ma a noi ha riferito l'episodio come se fosse successo a un suo compagno. Ho scoperto che invece la punizione era toccata a lui proprio al colloquio con le maestre, che di fronte a questa strana "bugia" hanno commentato: "Però, che furbo che è...".

Poi c'è chi mi consola dicendo che tutti questi comportamenti fanno denotare una certa intelligenza. Sarà. Ma vedo già con preoccupazione la scuola elementare... Abbiamo un anno e mezzo per lavorarci. E per fargli capire che "sei un bambino grande, non puoi più fare lo sciocchino", come mi hanno consigliato di dirgli le maestre. Ma il punto, secondo me, è che lui non ha tanta voglia di crescere...

lunedì 2 novembre 2009

Parole parole parole

Il tempo vola e io faccio sempre più fatica a stare dietro a questo blog. Vorrei appuntarmi tutti i piccoli grandi progressi di mio figlio, le scoperte, le gioie, i capricci...

Anche perché da quando ha cominciato la materna è cresciuto tanto. Soprattutto nel linguaggio. Abbiamo notato un'evoluzione esponenziale nelle prime due settimane di frequenza. Ad esempio, nel questionario conoscitivo compilato per la scuola scrivevo:
Il suo linguaggio è comprensibile a tutti? No ("parla" da poche settimane e in media pronuncia solo due sillabe di ogni parola - ex. lino = pannolino)

Ora (anche se continua ad "accorciare" certe parole, ma più che altro per pigrizia: "lino" può essere pannolino, topolino, giornalino...) dice frasi lunghe e complete, spesso molto buffe.

Una che ripete di frequente negli ultimi giorni, e che mi fa ovviamente sciogliere, è: "Per fortuna che c'è la mamma!". Immagino che sia dovuta a qualche lettura a scuola, ma preferisco non indagare e godermi questa sua dichiarazione di fiducia. Un'altra è "non si fanno quetti ccherzi a un bimbo che gioca!", pronunciata la prima volta quando, mentre era impegnato a giocare, il papà gli è arrivato da dietro e gli ha fatto il solletico...

E' poi diventato molto curioso sulle parole scritte. Spesso mi chiede: "Cosa c'è scritto qui?". Così ho preso in biblioteca un testo di Glenn Doman, "Leggere a tre anni". Lungi da me l'idea di insegnargli a leggere, lo metto subito in chiaro. Però mi sembra giusto rispondere alla sua curiosità nel modo migliore. E' un libro comunque molto interessante perché spiega il funzionamento del cervello e quindi il meccanismo dell'apprendimento nei bambini piccoli. E ho subito trovato una rispondenza in Gabo (senza provare ad applicare il metodo Doman, che peraltro ancora non conosco perché sono a metà lettura).

I bambini, spiega lo studioso, sono in grado di riconoscere delle parole, ancor prima delle lettere dell'alfabeto. E sapete qual è la prima parola che Gabo è stato in grado di leggere?

...IKEA!

Non a caso, è una parola che a casa nostra compare un po' ovunque, dai pupazzi ai mobili ai piatti ai sacchetti ecc.ecc. E l'Ikea è anche un posto dove gli piace andare e dove andiamo di frequente, visto che è vicino a casa nostra (e ci andremo sempre più spesso, con il trasloco in vista).

La seconda parola che Gabo ha imparato a riconoscere in questi giorni è STOP, grazie al garage multipiano con cui gioca da mesi. E poi anche UP e WALL-E...

Non solo cultura filmica dinseyana, però. La sua ultima passione, infatti, è KUNG FU PANDA. Il film gli piace moltissimo e in biblioteca abbiamo preso anche un libro. Il problema è che cerca di allenarsi buttandosi dal divano...

martedì 29 settembre 2009

Pommm!

A Gabo piace vedere Paperissima, la domenica sera... la chiama "Pommm!" perché si diverte a vedere le cadute. E' l'unico programma "da grandi" che gli concediamo, ogni tanto.

Il fatto è che lui stesso, piuttosto di frequente, fa "pommm".

E lo ha fatto anche ieri a scuola...

Quando sono andata a prenderlo l'ho trovato con il naso sbucciato. "Eravamo in giardino ed è caduto...", si sono affrettate a dirmi le maestre. Quando sono arrivata a casa e gli ho lavato la faccia, gli ho scoperto anche un gran bernoccolo in fronte. E ne ho chiesto conto oggi, quando l'ho portato a scuola. Le maestre gli hanno guardato le croste sul naso un po' perplesse: "Non sembrava mica una cosa così, ieri...". Ma l'avete disinfettato? "No, solo lavato...". E la fronte? "Fronte? Perché, che cos'ha in fronte??".

Non si erano nemmeno accorte che aveva sbattuto la testa, oltre che il naso. E vabbe' che ha la frangetta lunga, però, insomma...

Guarda caso, al nido non era mai successo nulla. E quando stamattina, come tutte le mattine ormai da due settiamane, Gabo mi ha detto: "Vojo 'ndare nido. Ccuola butta. Ccuola chiusa. Nido apetto", ovviamente gli ho ripetuto che la sua scuola è bellissima ecc.ecc.

Ma in cuor mio, tesoro, come ti do ragione...

mercoledì 16 settembre 2009

Oggi tiamo a casa?

Come temevo, stamane è andata meno bene di ieri...

Già appena alzato, Gabo ha fatto un capriccio assurdo (li fa molto di rado) perché voleva il latte rimasto nel biberon di ieri sera, che ovviamente ho subito buttato, e ha rifiutato il bibe nuovo... che ha bevuto soltanto guardando i cartoni in tv, e sul divano.

Poi mi ha chiesto: "Oggi tiamo a casa?". Gli ho fatto notare che pioveva forte e che chiuso in casa si sarebbe annoiato, ma non mi è sembrato convinto.

Al momento di uscire, altro capriccio assurdo, perché voleva vedere ancora i cartoni: "Ancoa uno!", ha detto dopo averne visti un paio aggiuntivi rispetto alla tabella di marcia... Al che, ovviamente, ho dovuto cominciare a vestirlo per uscire un po' di forza, così apriti cielo: pianti, urli, sdraiato a terra batteva pugni e piedi. Ho cercato di consolarlo e di farlo ragionare, poi ho aperto la porta di casa e a quel punto mi ha seguito, ma voleva stare in braccio e mi ha chiesto di stringerlo forte, "tetto tetto". Poi si lamentava: "Male bocca", tanto che temevo vomitasse sul pianerottolo... Poi la crisi è rientrata.


Arrivati a scuola, è entrato un po' mogio e si è messo a giocare con una gru.

Credo che sia tutto normale: ha capito che la scuola non è una tantum, ma la routine. E, ovviamente, fa resistenza. Alle 13 lo vado a prendere e temo che non mi diranno "tutto bene" come ieri, anche perché è costipato e già ieri sera aveva mal di pancia.
Saranno lunghe, queste ore... per me e per lui.


Aggiornamento alla fine del secondo giorno

E' andata meglio del previsto. Circa.

Nel senso che quando sono entrata in sezione a prenderlo stava giocando con una bimba e una maestra e mi ha fatto un sorrisetto, però non si è avvicinato. Allora mi sono mossa io e lui... si è messo a piagnucolare dicendo "nonnaaaa"! Insomma, si aspettava che arrivassimo assieme a prenderlo, io e la nonna, come ieri, e ci è rimasto male a vedermi da sola...
Mio figlio è decisamente poco mammone. Sgrunt.

Comunque si è calmato subito e mi ha fatto vedere un cartellone a forma di scuola con tanti personaggi di Disney attaccati, e indicando Topolino mi ha detto: "Quetto l'ho messo io!". E così Topolino è il suo simbolo alla scuola materna. La maestra mi ha riferito che oggi ha mangiato un po' di pane tocciandolo nei piatti e non mi ha segnalato altro. Mentre andavamo alla macchina, gli ho chiesto cosa avesse fatto a scuola, e lui, con tono un po' scocciato (come per dire "ma che domande stupide mi fai?"): "Tanti giochi!". Quindi l'ho portato a casa, dove ci aspettava la nonna, e sono tornata al lavoro.

Il vero problema si è presentato più tardi, ma credo che sia indipendente dalla nuova esperienza scolastica. Dopo vari e lunghi tentativi per addormentarlo (e qui la novità della scuola di sicuro c'entra), dopo appena dieci minuti di nanna si è svegliato: "Nonna, ho fatto la c@cc@!". Purtroppo capita piuttosto spesso che la faccia nel sonno, nel pannolino... E dopo non c'è stato più verso di farlo dormire.

Immaginavo che stasera sarebbe crollato di stanchezza... macchè! C'è voluta una lotta di mezz'ora per convincerlo ad andare a letto, con pianti calmati solo dalla nostra magica ninna nanna dell'omino del sonno, e gli ho dovuto tenere la manina a lungo.

Di sicuro, in appena due giorni di scuola materna ho notato un notevole progresso nel linguaggio, con frasi articolate e parole di tre sillabe. Chissà, forse era semplicemente arrivato il momento giusto. O forse è proprio l'ambiente che è più "intellettualmente stimolante" rispetto al nido...

mercoledì 10 giugno 2009

Gita alla materna

Ieri Gabo è entrato per la prima volta in una scuola materna. E' stata una specie di gita, organizzata dal nido per tutti i bimbi che l'anno prossimo frequenteranno la scuola dell'infanzia. Anche se per noi è ancora una chimera... infatti siamo quarti in lista d'attesa, risaliti appena di un paio di posizioni rispetto alla prima graduatoria.

Ufficialmente non sappiamo ancora nulla, ma incrociando le informazioni avute da altre mamme, dovremmo già essere inseriti in una scuola molto lontana da casa (3 km, il che equivale a una mezz'oretta di macchina, causa traffico in ora di punta, e impossibile da raggiungere a piedi). Dobbiamo dunque sperare in qualche rinuncia per conquistare un posto nel nostro istituto comprensivo. E la scuola vista ieri è l'unica in cui abbiamo speranze di entrare... infatti è vecchia e bruttina, con un giardinetto brullo e sterrato, e pare che negli anni scorsi molte famiglie abbiano preferito optare per una privata parrocchiale piuttosto che mandare i figli lì. A me, invece, non dispiacerebbe, anche perché - a causa delle aule più piccole - le classi sono di 21 bambini invece di 25, e dal punto di vista educativo lo trovo un rapporto bambini/insegnanti più consono. Quindi, incrociamo le dita...

Intanto, l'esperienza di ieri a Gabo è piaciuta, anche se si è limitata solo alla mattina. Ma a pranzo ha persino mangiato qualche cucchiata di pasta, pare, e quando sono andata a prenderlo, alle 13, lui ha salutato tutto festoso: "Ciao, amici!". Poi con me c'era anche mia madre, e per Gabo è sempre una festa avere la nonna. Forse non è un caso se ieri, dopo il fuori programma alla materna e il pomeriggio passato con mamma e nonna, la sera ha mangiato tranquillo ben due arrosticini, due pomodorini e una pesca... con premio finale consistito nella visione di Ratatouille.

Anche al momento dell'addormentamento è stato tranquillo e sereno, tanto che gli ho fatto notare: "Che bella giornata che è stata oggi...". E Gabo: "Sì. Nonna... mamma... e papà". Sono queste, le "cose" veramente importanti per lui.

martedì 9 giugno 2009

Errori e tentativi

Dopo un weekend di digiuno quasi totale (rifiuto della pappa a pranzo e cena il sabato e a pranzo la domenica, solo colazione e latte della nanna), domenica sera siamo tornati ai cartoni animati... e così qualcosa ha mangiato, ipnotizzato dalla tv. Una fetta di prosciutto cotto, due pomodorini e una strisciolina di pizza al taglio. Mentre lo imboccavo, lo guardavo un po' sconsolata e pensavo: chissà quante volte nella tua vita ci chiederemo "ma dove abbiamo sbagliato??"...

Insomma, qui per l'inappetenza si va avanti a tentativi. L'ultimo è una nuova tovaglietta personalizzata con i suoi amati Teletubbies (anche se ora preferisce Tom e Jerry, Caillou e i Baby Looney Tunes) e la frase "Buon appetito Gabriele!". L'ho comprata sul sito sononato.it, lo stesso dove mi sono fatta fare la targa personalizzata per il passeggino.

E' un'idea carinissima (e super-economica: 4,90 euro!) per un regalo, ma con un'avvertenza: è un po' piccolina... In pratica è un foglio "A4" plastificato. Va bene per appetiti mignon come quello di Gabo, insomma, ma è ideale anche per il tavolino del seggiolone oppure da portare al ristorante o a casa di amici e parenti, per ricreare un'atmosfera "familiare" (proprio uno dei consigli di Estivill, che dice di usare sempre gli stessi oggetti e gli stessi gesti al momento della pappa). La trovate qui assieme ad altri prodotti a meno di 5 euro.

giovedì 4 giugno 2009

Doppio paxabel

Ieri visita da un pediatra gastroenterologo per la stipsi cronica di Gabo. Ha escluso cause organiche (anche perché per i primi due anni di vita è stato regolarissimo) e anche collegamenti diretti con l'inappetenza e la conseguente scarsa nutrizione. A suo dire, secondo quanto gli ho riferito, il problema è insorto dopo l'incidente di fine gennaio, con il taglio al labbro e i cinque punti di sutura. In sostanza, ha provato uno choc e un dolore così forte che ora cerca di evitare dolore trattenendo le feci...

Sarà un percorso lungo, su un doppio binario. Il primo è quello farmacologico, con doppia dose di paxabel (quindi due bustine al giorno invece di una); il secondo è quello "psicologico", con il consiglio di mantenere lo stesso atteggiamento di "nirvana" che cerchiamo di seguire di fronte al rifiuto della pappa. Quindi per ora spannolinamento rimandato (ma tanto Gabo non dà segnali di voler passare al vasino o al riduttore, anzi... solo ogni tanto, quando è sul fasciatoio, chiede di fare pipì sul vaso). E se il doppio lassativo comincerà a fare effetto, rendendo le feci più morbide, dovremo rassicurarlo il più possibile ("bene, hai visto, niente male, la farai così anche domani") e magari anche premiarlo.

Intanto, ieri sera la seconda dose di paxabel ha fatto effetto e si è liberato, ma è stato un vero parto, con urla e pianti, povero... E puntuale è arrivato il premio, ovvero la visione di Cars. Che è anche il superpremio per quando mangia tanta pappa. Per fortuna c'è l'avanzamento veloce... e ancora non sembra accorgersi che tagliamo interi pezzi di film per arrivare alla corsa finale!

venerdì 29 maggio 2009

Optional

Da un mesetto abbiamo deciso di rivoluzionare il momento della pappa. Qualche risultato lo stiamo vedendo, ma certo il cibo per Gabo è sempre un optional.

Tutto è cominciato durante la vacanza a Roma: in quattro giorni non ha praticamente toccato cibo né a pranzo né a cena. Prendeva il biberon con latte e biscotti a colazione, il latte la sera prima di dormire, e uno yogurt a merenda. Per il resto, sciopero della fame. Un po' perché al ristorante non c'è la tv con i cartoni animati, un po' perché il suo menù contemplava, allora, ancora le pappette da svezzamento con omogeneizzati oppure, uniche alternative solide, la cotoletta o la piadina con stracchino (in quantità da criceto, non da bimbo di 2 anni e mezzo...).

Così, durante il ponte del primo maggio, ho rispolverato alcuni libri dedicati all'alimentazione. E abbiamo deciso di provare ad applicare il metodo Estivill per "insegnare a mangiare". L'autore di "Si mangia!" è famosissimo (amato/odiato) per il metodo relativo al sonno ("Fate la nanna"); molto meno per la pappa.

In estrema sintesi, dal punto di vista pratico funziona così: si apparecchia, si mette il bimbo a tavola, se rifiuta il cibo dopo 3 minuti di tentativi si sparecchia e lo si mette giù. Si fanno 3 minuti di pausa, poi si apparecchia, 4 minuti di tentativi di farlo mangiare, se rifiuta lo si mette giù per 4 minuti. Terzo e ultimo tentativo, per 5 minuti: se continua a non mangiare amen, si sparecchia, mangerà al prossimo pasto.

Al metodo, poi, noi abbiamo pure aggiunto la disintossicazione drastica dai cartoni in tv e in particolare dal dvd di "Cars", che era diventata una vera fissazione. I cartoni ora li usiamo come premio, se mangia qualcosa. E Saetta torna in tv solo quando mangia proprio tutto!

Il problema è che Estivill non contempla quella che è stata (e qualche volta ancora è) la reazione di Gabo, quando lo facciamo scendere da tavola dopo il rifiuto della pappa: si arrabbia come una iena, piange, si butta a terra, batte i pugni e urlando si arrampica di nuovo sul seggiolino e chiede il piatto. Fin qui benissimo, si suppone che l'obiettivo sia questo. Il problema è che (all'inizio lo faceva sempre, ora spesso) comunque lui non mangia. Punto. O meglio, mangia solo se nel piatto c'è la cotoletta o la piadina. E a volte nemmeno quelle. Abbiamo trovato per ora una sola alternativa, che sono delle svizzerine di vitello che cuocio nel latte, e magari un pomodorino pachino di contorno. Meglio che niente... Ma siccome soffre anche di stipsi cronica, ogni tanto proviamo a proporgli un passato di verdura, un minestrone, una pasta e fagioli, per non dire di pastina in brodo o pasta asciutta... Niente da fare. Non c'è da stupirsi se abbia perso oltre mezzo chilo in tre settimane... Anche perché contemporaneamente ho tagliato drasticamente anche i budini (Danette, Muu Muu Cameo, Fruttolo...), che lo avevano inciccito parecchio negli ultimi mesi (a fine aprile pesava 13 chili, ora 12,4...) ma non certo nutrito.

Insomma, il momento di mettersi a tavola è sempre difficile. E anche al nido salta completamente il pranzo (al massimo mangia un po' di carne un paio di volte a settimana), tanto che sono state proprio le educatrici a sollecitarmi a portarlo dal pediatra. Noi, ormai, avevamo raggiunto una sorta di nirvana: se non mangia, pazienza. E il pediatra, la settimana scorsa, ci ha consigliato di continuare a tenere questo atteggiamento: "Voltatevi dall'altra parte". Non sempre ci riusciamo, però...

lunedì 2 febbraio 2009

25 ore

Venerdì, ore 21.30
Esco per andare a casa di un'amica. Sono tre mesi che non esco, ho già disdetto più volte con varie amiche per stanchezza, malanni o motivi di lavoro. Gabo al tatto non ha più febbre, nel pomeriggio aveva 38, ma insomma, non sta male, si è addormentato tranquillo. Non posso dare un bidone un'altra volta... Esco.

Sabato, ore 1
Torno a casa, mi infilo sotto il piumone, sussurro a mio marito: "Tutto ok?". "Sì, sì". In realtà non era vero... Gabriele si era svegliato tre volte, la prima dieci minuti dopo che ero uscita, e l'ultima dopo mezzanotte con un riaddormentamento lungo 20 minuti. Ma questo l'ho saputo solo alla mattina.
Faccio in tempo a sdraiarmi che sento chiamare: "Mamma! Mammaaaa!".
Lo trovo in piedi nel lettino, bello sveglio. Impossibile cercare di riaddormentarlo. Lo prendo nel lettone. Dico a mio marito: "Forse è meglio che tu vada a dormire nel divano...". Ovvero - è il mio ragionamento - è colpa mia se si è svegliato, sono uscita con le amiche, mi ha sentito tornare,  sono una m**da di madre, ora tocca a me... (noi donne ragioniamo così, no?).

Ore 3.30
Non si è addormentato neanche 5 minuti. E' tutto un rigirarsi, prendermi le mani, tormentarmi la faccia, dare colpi con la testa contro la testata del letto, mettersi seduto, cercare di scappare... Sono esausta. E' fresco in fronte, il pannolino sembra pulito, che cos'ha??? Mi chiede di togliergli il sacco nanna, penso che gli dia fastidio, forse gli si sono sfilati i pantaloni del pigiama, a volte succede... Appena glielo tolgo scende giù dal letto e scappa in sala, dove dorme il papà. "Forse è meglio se facciamo cambio, è troppo sveglio, vai tu in camera, noi stiamo qua...".
Accendo la tv e metto su i Teletubbies, così prima o poi crollerà, no?
No.

Ore 5
I Teletubbies sono finiti, Gabo si alza e pretende di cambiare il dvd, vuole vedere Balù...
Io ormai sono fuori di me dalla stanchezza.
Lo riacchiappo, spengo la tv, lo faccio sdraiare sul divano di fianco a me e gli dico: "Ora dormi o ti butto giù dalla finestra!".
Sta un attimo in silenzio, poi comincia a piagnucolare.
Oh cavoli, mi sa che ha capito quel ho detto... Che m**da di madre che sono.
"Amore, scusami, era un modo di dire, ti voglio tanto bene, fatti abbracciare dalla mamma, era uno scherzo, scusami, scusami, scusami!".
Finalmente crolla.
Lui dorme tre ore e mezza, io faccio qualche pisolino.

Ore 8.30
Il papà si alza, noi ormai siamo svegli, e così scopro che la serata non era andata proprio liscia...
Cominciamo a montarmi i sensi di colpa. Gabo non si sveglia praticamente MAI la sera, dopo che è andato a nanna. Oltretutto non chiamava me: il papà aveva sentito che si era messo in piedi nel lettino e aveva acceso la luce nella stanza. E la seconda volta si era messo a suonare il pupazzo-carillon appeso al lettino (era un anno che non lo sentivamo...).
Però non c'è niente da fare, mi convinco che Gabo ci sia rimasto male a non vedere arrivare me, e quindi si sia agitato sempre di più, fino a svegliarsi del tutto al mio rientro.
Poi elaboro un'altra teoria, ovvero che ci sia qualche molare in arrivo: l'anno scorso avevamo passato un paio di nottate simili e non avevamo trovato altra spiegazione se non quella dei denti.

Ore 13.30
Gabo è ovviamente stanchissimo e si addormenta pacifico. Non sembra avere nessuna conseguenza della nottata. E' completamente sfebbrato.
In compenso, mamma e papà sono sconvolti. Io ho sulle spalle anche la maxi-vomitata di due giorni prima e tutto lo stress che ho accumulato mi fa dire cose che non penso, sembro una iena, azzanno a casaccio, è la tensione che in qualche modo deve uscire ma esce male...
Arrivo a pensare che farei meglio ad andare all'ottavo piano e buttarmi giù dalla finestra, tanto sono inadeguata, come moglie e come madre. Sono una m**da.

Ore 20

La giornata è passata tranquilla e Gabo, a cena, ha persino mangiato la pappa senza storie. Gioca  buono in sala, di fianco a noi, con la sua amata fattoria e gli animaletti. Facciamo appena in tempo a metterci a tavola che lui cade. Una caduta banale, come tante. Non abbiamo capito nemmeno come abbia fatto. Ha perso l'equilibrio praticamente da fermo, al massimo camminava, si è come avvitato su se stesso, ma aveva le ciabattine, non è scivolato sui calzini, e i pantaloni non erano lunghi... Insomma, cade, piano. Ma evidentemente sbatte la faccia sul puff che ha un'anima di legno, o forse si morde.
Proprio non abbiamo capito come abbia fatto. Ed era a un metro da noi. Tranquillissimo.
Ha la faccia sporca di sangue.
Un taglio sopra al labbro.
Profondo.

Il papà lo porta sul lavandino e lo sciacqua, io prendo un asciugapiatti di cotone, la prima cosa pulita che mi viene in mente, lo bagno di acqua fredda e glielo premo sul volto per fare l'emostasi, lo so, bisogna fermare il sangue. Ma ne esce tanto. Ci alterniamo, il papà va a prendere il ghiaccio, io chiamo la guardia medica: "Non è la prima volta che si spacca il labbro-  spiego - ma credo che stavolta ci vogliano dei punti...". "Portatelo nel nostro ambulatorio, gli diamo un'occhiata".
Ci vestiamo, cambio Gabo fino al body perché è tutto sporco di sangue, prendo il libretto sanitario e la borsa del cambio. Ma all'ambulatorio, dopo averlo disinfettato, ci dicono che secondo loro serve una sutura... Dobbiamo portarlo al Pronto Soccorso Pediatrico. Proprio quello . Di sabato sera, come un anno fa. Quello dove, a un anno di distanza, a detta del nostro pediatra, si ricordano ancora di noi...

Ore 21
Arriviamo in ospedale. In sala d'attesa una decina di bimbi, quasi tutti stranieri, in maggioranza neonati. Che sono stati portati lì per l'influenza. O anche solo per una febbre.
Passa una decina di minuti ed esce l'infermiera (be', forse allora la situazione è migliorata, rispetto a un anno fa...). Facciamo vedere il labbro di Gabriele, anche l'infermiera conferma la necessità della sutura, e ci fanno accomodare. L'attesa non sarà lunga, ma nel frattempo sentiamo i racconti di altri genitori. Quel bimbo avrà 8-10 mesi, si vede che ha un po' di raffreddore. "Ha 37,2 e male al petto", dice il padre, forse marocchino. L'infermiera è basita: "37,2? Male al petto? Cosa vuol dire, che ha la tosse?". "Sì, tosse...".
Questo è solo il caso limite, ma più o meno tutti i bimbi sono lì perché hanno qualche linea di febbre. "Aspettiamo da tre ore...", si lamenta una coppia con una bimba sui 6 anni, che gioca tranquilla. Un'altra mamma di un bimbo di 4 anni mi spiega: "Ora la febbre non ce l'ha, ma è una settimana che va e viene, magari tra un'ora ha 39...". Magari? Tra un'ora? Allucinante.

Ore 21.30
Ci fanno entrare. La dottoressa di turno conferma: serve la sutura, "ma non abbiamo il chirurgo pediatrico, dobbiamo richiedere una consulenza, poi ci diranno se dovete aspettare o tornare domani mattina...".
Rassegnati, torniamo in sala d'attesa.

Ore 22
Arriva il chirurgo. Era di reperibilità a casa, "ma se è per un bimbo così piccolo corro", dice.
La ferita è profonda, "vorrei provare a fare una sutura intradermica - ci spiega - in modo da lasciare una cicatrice meno evidente... Però è una posizione molto difficile, e poi si muoverà. Ora facciamo un'anestesia locale, lo dovrete tenere molto forte perché salterà, è il momento più brutto".
Ma Gabo è bravissimo. Piange, ha tanta paura, chiama "mamma! mamma!", implora "via!", ma sta fermo. Non dobbiamo nemmeno fare forza. Il papà gli tiene le mani sulla pancia, io le gambe, ma lui probabilmente è paralizzato dalla paura. Gli hanno coperto gli occhi con una mascherina, quindi non ci vede, chissà che terrore, gli parlo di continuo mentre il chirurgo gli infila una specie di amo da pesca nella carne, più volte... "Ora finisce tutto, andiamo a casa a vedere Balù, e poi arriva anche Baghera, ecco, queste dottoresse sono come Balù e Baghera che salvano Mowgli da Shere Khan, sono buone, lo fanno per farti passare la bua più in fretta". Ogni tanto mi scappa un "poverino" e il chirurgo mi riprende, "non dica così!". Ma è difficile fingere di essere tranquilli...

Ore 22.30
Ecco, la sutura è terminata. Gabo mi abbraccia forte e non piange più, si lamenta solo un po'.
"Dovete essere orgogliosi di vostro figlio - ci fa i complimenti il chirurgo - è stato bravissimo, è la prima volta che riesco a fare una sutura del genere in un cucciolo così piccolo". Il nostro cucciolo d'uomo. Il nostro piccolo Mowgli.
Torniamo a casa. Accendiamo la tv, Balù non può mancare per rilassarlo un po' prima di andare a nanna. Scaldiamo i piatti rimasti sulla tavola e ceniamo.
Alle 23 lo mettiamo a letto.
Dormirà fino alle 7.30.

Oggi

Sembra la Lecciso quando gli sbagliarono l'iniezione di silicone. Non riesce a chiudere la bocca e sbava. Quando oggi si è visto per la prima volta allo specchio si è messo a piangere, indicando il cerotto e implorando "via! via!".
Perde ancora un po' di sangue, la posizione è sfortunata, in pratica il taglio comincia all'interno del labbro superiore e continua sulla carne fino alla zona "baffo".
Non è successo nulla di grave, lo so.
Ma non riesco a non sentirmi in colpa...

(E sono anche un po' stanca, ecco).

mercoledì 28 gennaio 2009

Colori e ritornelli

Negli ultimi giorni abbiamo acquisito sosso, dallo, vevve e lu.

B-lu, invece, è la passione di Gabo. Ovvero il dvd del film di Disney "Il libro della giungla" e in particolare l'orso Balù. Se fosse per lui, lo vedrebbe anche cinque o sei volte al giorno... Ovviamente poniamo dei limiti, e poi va molto forte anche Pingu.

Il problema è che io arrivo spesso in ufficio canticchiando...

Ti bastan poche briciole
Lo stretto indispensabile
E i tuoi malanni puoi dimenticar
In fondo basta il minimo
Sapessi quanto è facile
Trovar quel pò che occorre per campar!

Però, detto tra noi, non è poi così facile...

mercoledì 31 dicembre 2008

Meraviglia

Ho visto la meraviglia negli occhi di mio figlio. Non per un regalo di Babbo Natale, ma per la neve, che ci ha accolti domenica scorsa in città, al ritorno dalla nostra vacanza al mare. Gabo non faceva altro che guardare la neve cadere, indicandola col dito, e con gli occhi brillanti di un misto di felicità e incredulità. Dopo pochi minuti è anche riuscito a dire la parola "neve", e l'ha ripetuta tante volte di seguito come non aveva ancora fatto per nessuna parola.

In questi giorni di full immersion assieme, però, nel linguaggio c'è stato un salto di qualità e quantità. Non si limita più alle solite 10-15 parole che conosce da un anno, e tutte composte dalla stessa consonante. In questi giorni è riuscito a imparare parole "vere", non di sua invenzione, come neve, appunto, ma anche luna, pollo, mela... Anche due o tre parole nuove al giorno. E in vacanza, per la prima volta, ha anche detto come si chiama: Lèlle.

In compenso, nei quattro giorni di vacanza in Liguria, ha fatto quasi lo sciopero della fame, limitandosi al latte mattina e sera. Però oggi si è appalesato un secondo canino, e questo spiega anche qualche "esplosione" nel pannolino che si è verificata ieri... E' andata invece molto bene la nanna, ormai stabilizzata su una tirata di 9-10 ore, al massimo con un risveglio notturno ogni tanto. E in vacanza ci ha regalato anche qualche dormita fino ale 8!!

Devo poi dire che Babbo Natale, dopo un esordio deludente, ha saputo recuperare.
La sera della vigilia, a casa del nonno, ha portato un leggilibro, con una storia di Winnie the Pooh, e Gabo ne è rimasto rapito: è capace di "leggerlo", da solo, anche 5 o 6 volte di seguito! Ma c'erano anche un puzzle di legno di Winnie the Pooh, un peluche di Daffy Duck e un album dei Teletubbies da colorare: tutti regali molto apprezzati.

La mattina di Natale, nell'appartamento di un nostro amico gentilmente concessoci per tutta la vacanza, Babbo Natale ha portato la lavagnetta magica "ordinata" da noi, che ci ha permesso di resistere a diversi pranzi e cene, così come al viaggio di ritorno in auto. Ma - sopresa anche per noi - ha portato anche un grande camion giallo, che il nostro ospite aveva ordinato a Babbo Natale apposta per Gabo.

Il munifico vecchietto venuto dal Polo Nord ha fatto anche un passaggio a casa della nonna del mare. E che passaggio! Tre libri di filastrocche della Pimpa con allegati cd musicali, una valigetta con quattro libri di Spotty e tre modellini: un muletto, una ruspa e un pullman. Quest'ultimo meglio noto, in gabrielese, come "cicci", e rivelatosi - forse - come il regalo preferito di questo (troppo) ricco Natale.  Il cicci sta quasi diventando il suo oggetto transizionale, e finora non ne aveva mai avuti: una sera ha voluto a tutti i costi addormentarsi sdraiandocisi sopra (sarebbe più comodo un pupazzo...), e ora la mattina vorrebbe uscire portandoselo al nido, e siamo costretti a barattarlo col ciuccio.

Ma Babbo Natale non ha ancora finito, e nel suo giro ha portato anche un regalo a casa di nostri amici del mare che hanno una bimba di sei mesi più grande di Gabo. L'uomo di casa, alle prese con bambole e affini, si è sfogato per questo regalo, e ha preso - ops, ha chiesto per letterina a Babbo Natale - un trenino elettrico "vero", western, con un binario lungo diversi metri, luci e suoni. Be', l'espressione di Gabo, quando l'ha visto, è stata abbastanza vicina a quella per la neve...

Per completare il quadro natalizio, devo però registrare un piccolo incidente avvenuto la sera di Santo Stefano. Scenario: la festicciola per il primo compleanno del figlio di amici. Ci sono 6 o 7 bimbi, di età fino ai 5 anni, con cui Gabo ha giocato e corso e saltato per un paio d'ore. Arriva l'ora di cena, Gabo digiuna come al solito, riusciamo a fargli ingurgitare una merenda allo yogurt, poi tutti i bimbi si sistemano davanti alla tv per una mezz'ora di cartoni. Noi tiriamo un sospiro di sollievo (fino a quel momento l'avevo tenuto costantemente d'occhio) e ci accingiamo a goderci la nostra pizza, quando una mamma, la più vicina, si alza per sollevare nostro figlio da terra, urlante. "Si sarà spaventato per la caduta...", dice. Accorro e so già che invece qualcosa è successo, perché Gabo piange così solo per il dolore. E infatti ha la bocca piena di sangue. Cadendo dallo sgabello, forse per scendere, si è spaccato un labbro. I denti, per fortuna, ci sono tutti e interi. Tanto sangue, anche la mattina successiva, ma anche questa disavventura è ormai archiviata.

Morale di questa vacanza: Babbo Natale ha un po' esagerato (e pare che ci sia ancora qualche regalo in giro) e sì, la televisione fa male.

Auguri perché il 2009 porti a tutti voi ciò che più desiderate!
(Per me, un lavoro con un orario più umano, grazie...)

mercoledì 19 novembre 2008

Zoo


Il vocabolario di Gabo è ancora piuttosto limitato e molto "creativo".

Come tutti i bimbi, è appassionato di animali: in primis bau (cane, ma non solo) e mimmi (gatto e felini vari). Ma ora va molto forte anche poppo (orso). Poi c'è la dedde, da pronunciare rigorosamente con la lingua in mezzo ai denti (che sarebbe la papera, l'anatra e simili). Pippi, invece, è il pinguino (ma anche tappo, cubo, e tutto ciò che si può impilare o infilare). Gli uccellini sono "ch ch", da pronunciare alla tedesca, e anche il leone suona simile ma più "rha rha". Possiede già tutte le aspirate tipiche della lingua araba, ma giuro che non gliele ho insegnate io.

Seconda grande passione di Gabo: i mezzi di locomozione. Resta un mistero l'etimologia di cicci (autobus e camion). Poi c'è vavva (automobile, ma facendo un segno rotatorio con la mano diventa elicottero, se indica il cielo invece è aereo).
Da un mesetto, invece, c'è una parola che non abbiamo ancora codificato: tacci, da pronunciare come se si chiamasse un taxi (tacciiiiiiiiiiii, tacciiiiiiiiiii!!!). Ma con i taxi pare non avere nulla a che fare. E' probabile, invece, che c'entri qualche canzoncina del nido ma che ancora non conosco.

Infine, ci sono i suoi amati teb teb (Teletubbies) e in particolare Lala e Po, che riconosce e chiama per nome ogni volta che appaiono sullo schermo, quindi circa una quarantina di volte a puntata. Tinky Winky e Dipsy, invece, paiono non interessarlo. Non a caso, a me stanno antipatici, i due "maschi" di Teletubbylandia...

giovedì 16 ottobre 2008

Chissà se...

...riusciremo a completare un'intera settimana di nido???

Gabo in questi giorni sta bene. E' sereno. Torna a casa stanco dal nido (ovvio, lì dormono al massimo un'ora e mezza), ma di una stanchezza "sana". Completa il pomeriggio in compagnia di una tata o della nonna, fino all'arrivo a casa del papà. E finalmente, dopo le 20, torna anche la mamma.

In genere lo trovo stravaccato sul divano che guarda la televisione, per l'appuntamento delle 20 con i suoi amati "teb teb" ma soprattutto con "tì-tà", ovvero la sigla che precede e chiude i Teletubbies sul canale Yoyo di Sky: un orologino che muove gli occhi a destra e sinistra scandendo il tempo con tic-tac-tic-tac. Ormai è quello l'appuntamento che lui attende con ansia, anche la mattina alle 7: appena alzato, o a ora di cena, indica la tv reclamando "tì-tà", e quando finalmente l'orologino arriva sorride tutto contento.

Siamo però tornati alla pappa davanti alla tivù. Il "premio" ("se mangi tutta la pappa, poi guardi i cartoni") non funzionava più. Ma intanto mangia il suo pappone senza proteste e in pochi minuti, poi resta a tavola con noi. Quindi cambio, doccetta o bagnetto, qualche salto sul lettone e giochini vari, finché arriva il momento della nanna. Leggiamo assieme un paio di librini e, dopo la solita tiritera, si addormenta in un battibaleno. E da qualche notte dorme sempre nel suo lettino, magari con un breve e indolore risveglio notturno (per un sogno, o perché ha perso il ciuccio), ma senza venire nel lettone.

Lo so che mi pentirò di aver scritto questo post, perché presto le nostre piacevoli routine saranno interrotte da qualche raffreddore o comunque da un periodo "no".

Ma ora va proprio bene.
Va bene così