martedì 24 febbraio 2009

Santommasite

Non ci credo finché non sarò (al nido c'è un'epidemia di varicella: incrociamo le dita di mani e piedi) e, come al solito, vorrei essere teletrasportata con tutta la mia casa, anche in una camera d'albergo.

Insomma, sono alle prede con il mio solito incubo-valigie, anche se si tratta di un weekend lungo. E perdipiù in montagna, tipo di destinazione che mi è praticamente estranea e anche un po' antipatica, ma il papà è uno sciatore e bisogna adeguarsi (sto già avviando la trattativa per una vacanza primaverile in Egitto, però...). Oltretutto non sono assolutamente dotata di abbigliamento adeguato, ma tanto conto di mettere ben poco il naso fuori dall'hotel.

Sul tavolo di cucina è già pronta la borsa delle vettovaglie, con scaldabiberon, scovolino (e devo ricordarmi il detersivo), biberon, latte crescita, omogeneizzati di carne, verdura e frutta, farina di mais-tapioca, merende di yogurt e biscotti. Eh sì, perché, anche se andiamo in albergo, l'alimentazione di Gabo è ancora quella di un neonato, quindi dovremo provvedere noi. E non ho certo voglia di mettermi a cercare una farmacia o un supermercato appena arrivati.

Le valigie dei vestiti, invece, le farò all'ultimo momento (e devo ricordarmi i costumi, visto che speriamo di usufruire di una piscina!).

Per il resto, non vedo l'ora di vedere la reazione di Gabo: chissà se proverà ancora quella meraviglia che lo colse la prima volta che ha visto la neve...

lunedì 23 febbraio 2009

Inno alle mamme

Ormai è appurato: in Gabo l'appetito è inversamente proporzionale al sonno.

Ovvero:

1. nei periodi in cui Gabo mangia senza troppe storie, farà fatica a dormire;
2. nei periodi in cui Gabo dorme senza troppi problemi, farà fatica a mangiare.

Ora siamo decisamente nella fase 1 (stamattina ho pianto dal sonno...).
E speriamo che non esista una fase 3.

Ma ridiamoci su: ecco un "inno" dedicato a tutte le mamme (che conoscono l'inglese... il testo, comunque, è sottotitolato):

http://www.youtube.com/watch?v=ESe-AysF9mw&feature=related

(Grazie alla PlacidaCugi che l'ha segnalato!)

mercoledì 18 febbraio 2009

Che due...

Con il trauma della ferita al labbro e il conseguente addio forzato al ciuccio, siamo prepotentemente entrati nei terrible two. E sono davvero terribili, questi due anni... Gabo non aveva mai fatto capricci, o proprio di rado, mentre ora sono quotidiani, violenti e un po' su tutto. Qualche esempio:

- ieri mattina non ne voleva sapere di vestirsi per uscire: si è buttato per terra urlando e piangendo. Con conseguente mio innervosimento e aumento esponenziale del capriccio;

- ieri sera non ne voleva sapere di andare a letto: piagnucolava "nanna no, nanna no", una litania, anche se crollava dal sonno e si stropicciava gli occhi a tutto andare. Dopo vari tentativi, siamo riusciti a metterlo a nanna che erano quasi le 23, ovvero un'ora e passa dopo il suo consueto orario (e alle 6.30 era già sveglio);

- non ne vuole sapere di lavarsi faccia, mani e denti, e metterlo sul fasciatoio per cambiarlo è un delirio;

- quasi tutti i giorni si trasforma in uno streaker perché si abbassa i pantaloni, si strappa il body e si toglie il pannolino, poi va in giro mezzo nudo per casa, e rivestirlo è una lotta; oltretutto, non vuole più andare sul vasino, mentre fino a pochi giorni fa si divertiva a fare la pipì seduto;

- è tutto un no, no, no, no!

Insomma, è in pieno nella fase dell'affermazione di sè. Quasi una prima adolescenza. E so bene che l'adolescenza vera sarà peggio.

Ma che due, questi terrible two...

mercoledì 11 febbraio 2009

Controlli

Mi sa che a Gabo sta esplodendo il linguaggio... Anche se continua a dire pochissime paroline, quelle che sa le ripete di continuo, come se cercasse di memorizzarle ben bene. Ad esempio ieri sera, durante la nostra routine della nanna, mentre gli ripetevo la mia solita tiritera, a luci già spente, lui, sottovoce, ha ripassato tutto il suo repertorio (nanna, mimmi, shosh, nonna, totti, vavva, papà, pappa, cicci, via, am, lelle, tale, ecc.ecc.). Poi l'ho messo nel lettino e, come sempre, sono tornata in sala.
"Mmmm, non la vedo bene, è sveglissimo", ho detto al papà.

E infatti... Passano dieci minuti e dall'angioletto (il baby monitor) sentiamo un sommesso richiamo: "Mamma!".
Vado in cameretta e lo trovo in piedi nel lettino. Lo prendo in braccio, mi siedo in poltrona con lui e riprendo a tranquillizzarlo con la tiritera: "Adesso ci facciamo due coccoline e poi vai a nanna assieme a tutti i tuoi amici: pandone, cucciolo cuscino, l'angioletto della luna, il libro magico...". Ma lui mi prende il viso tra le mani e mi dà un bacione con lo schiocco sulla guancia. Poi dice "nanna" e indica il lettino. Lo metto giù, esco e lui si addormenta da solo. Si è svegliato alle 7 passate.

Secondo me, ha voluto semplicemente controllare che fossi a casa. Questo conferma ciò che è successo la notte prima dell'incidente: l'avevo messa a nanna, subito dopo ero uscita, e passati 10 minuti si è svegliato. E la presenza del papà non era stata sufficiente a tranquillizzarlo, tanto da farci poi passare una notte da incubo, addormentandosi solo alle 5.

Ora non ho alcuna voglia di uscire, dopo tutto quello che è successo in questi giorni, ma credo che abbia proprio ragione la mia amica Michy, che in un commento mi suggeriva la sua strategia, ovvero "quando io esco, le poche volte che lo faccio, esco PRIMA della nanna di simone, cosi lui ha tempo di capire che mamma non c'è". Lo terrò a mente. Ma per ora me ne sto meglio a casa... quel poco tempo che ci sono la sera :-(

martedì 10 febbraio 2009

Racconti

Gabo la racconta così: "Lelle pum, vavva papà, totti, shosh".

Tradotto: "Gabriele è caduto, siamo andati con la macchina di papà dai dottori, che mi hanno messo lo scotch", ovvero il cerotto. E' la frase più lunga e articolata che abbia mai pronunciato...

Ora, se gli si dice, "stai attento, che ti fai male" (e glielo si dice più volte al giorno), lui, serafico, risponde: "Totti, shosh". Ovvero: mi portate dal dottore, che mi mette lo scotch. Non fa una piega.

Lo scotch, intanto, gli è stato tolto sabato pomeriggio. Ho dovuto far vedere Gabo dalla guardia medica perché in mattinata, giocando, la ferita aveva sanguinato e mi sembrava bruttina. E infatti la totti di turno ha rilevato tracce di infezione e ha prescritto antibiotico per tre giorni (Zitromax). Tolto il cerotto e disinfettata la ferita con Betadine.

Come premio, i folletti di Babbo Natale ci hanno permesso di comprare un nuovo cicci, ovvero un bellissimo pullman blu da cui Gabo fa fatica a staccarsi. In fondo, per lui è il sostituto del ciuccio... Tanto che la sera stessa e il giorno dopo si è voluto addormentare abbracciandolo. Come oggetto transizionale (che non ha mai voluto) avrei preferito un pupazzo o comunque qualcosa di più morbido, ma il nostro cucciolo è fatto così.

La nanna de-ciucciata è ancora problematica, soprattutto al nido dove vede la distribuzione dei ciucci agli altri bambini. Ma anche a casa non è facile. In compenso, la notte finora ha dormito abbastanza bene, a parte un risveglio ieri alle 5 con urla dovute, secondo me, ad un incubo (urlava "via! via!", proprio come faceva mentre gli ricucivano il labbro...). In certi momenti è dura resistere alla tentazione di andare a tirare fuori il ciuccio... Ma ormai direi che siamo sulla buona strada.

sabato 7 febbraio 2009

Aureola

Stanotte Gabo ha dormito sereno fino alle 6.45, senza ciuccio. Ieri in serata lo ha chiesto un paio di volte, ma direi che siamo sulla buona strada. Al nido era andata peggio, per il primo pisolino senza ciuccio (i folletti di Natale sono passati anche lì...): le educatrici mi ha detto che lo chiedeva e che ha fatto una gran fatica ad addormentarsi. Ma pian piano si abituerà.

La ferita sulla bocca non va benissimo: le croste si stanno staccando e continua a sanguinare un po'. Le labbra sono secchissime e distrutte e, ovviamente, non si fa toccare né lavare in faccia. Ho provato a dargli un po' di Olio Vea, che è consigliato proprio per le labbra, ma è più quello che si è sparso in giro di quello che è andato a segno.

Ieri sera, inoltre, secondo microclisma perché ha sempre la tata dua e così è riuscito a espellere un "tappino", ma non si è liberato del tutto. Oggi ho comprato il Paxabel in bustine, so che altre mamme lo usano, e ho ordinato il Lactulax che però arriverà in farmacia solo lunedì.

Intanto, è crollato anche il papà... Ieri sera aveva 37,5 e le ossa rotte. E se Gabo ha dormito, il papà non ha chiuso occhio a causa dell'influenzina. Complice, sicuramente, lo stress di questi giorni.

E io? Sono in piedi dalle 6.45, alle 8.30 sono andata in farmacia poi a fare la spesa, ho fatto due giri per portarla su in casa, e alle 10 ero in ufficio dove, se va bene, rimarrò fino alle 20.

Mi sento come un cerchio (vagamente luminoso) intorno alla testa...

giovedì 5 febbraio 2009

Prime volte

Per concludere in bellezza la settimana cominciata giovedì scorso con la maxi-vomitata, ieri sera Gabo ha dovuto sorbirsi il primo micro-clisma della sua vita... Era bloccato da domenica, non ne voleva sapere di mangiare l'omogeneizzato di prugna, e già martedì sera aveva pianto, dopo cena, lamentandosi perché aveva la "tata dua" (=c@cc@ dura) e senza riuscire a farla.

Così ieri pomeriggio, su consiglio di un'amica, sono corsa in farmacia e ho comprato i microclismi Carlo Erba per bambini con malva e camomilla. Abbiamo aspettato il papà e prima di cena abbiamo fatto l'operazione. Poverino, si vede che ha avuto subito lo stimolo, ma era davvero "dua" e ha spinto, pianto, tremato per una decina di minuti buoni, stando in piedi davanti a me e accarezzandomi i capelli, prima di riuscire a stapparsi... Ma c'è voluta un'ora per liberarsi del tutto. E così, al secondo round, abbiamo anche festeggiato la sua prima c@cc@ nel vasino (ma Gabo non ha partecipato molto ai festeggiamenti... aveva ancora mal di pancia, povero!).

Intanto, è passata la prima notte senza ciuccio. Ieri sera ha pianto perché lo voleva, verso l'ora della nanna (con lo stress aggiuntivo del micro-cata-clisma), e noi gli abbiamo spiegato nuovamente che i ciucci non ci sono più, i folletti li hanno presi tutti ecc.ecc.
Sono però riuscita ad addormentarlo con tante coccole, chiacchiere e il biberon di latte. Si è svegliato prima all'1, poi alle 3, e in questi due casi sono riuscita a riaddormentarlo nel suo lettino, ma alle 4 era di nuovo sveglio e l'abbiamo preso nel lettone dove ha dormito fino alle 6.20. Stanotte non ha mai chiesto il ciuccio, più che altro voleva me e le coccole. Stamattina invece l'ha chiesto, dopo colazione. Gli abbiamo ripetuto la storia dei folletti e l'ho raccontata anche al nido stamattina (dove i suoi compagni sembrano molto protettivi, grazie anche alle educatrici, perché "si è fatto la buba", come mi ha detto una bimba tutta preoccupata). Oggi farà il pisolino a casa, ma da domani torna al nido a tempo pieno, e anche là sono passati i folletti acchiappa-ciucci, ovviamente.

Di questa settimana, portiamo segni evidenti tutti e tre.
Cicatrici nel cuore, non solo in volto.
Gabo, in più, ha acquisito un pianto nuovo, straziante e fastidioso. Sembra il verso di un gattaccio che minaccia altri gatti prima di azzuffarsi.
E si sta attaccando a me, come non avrei mai pensato, lui che è sempre stato più "babbone" che mammone. Mi fa tanta tenerezza, il mio cucciolo ferito...

mercoledì 4 febbraio 2009

Strategie anti-ciuccio

Ieri il pediatra ci ha detto di togliere il ciuccio, perché crea un traumatismo continuo. La ferita sanguina ancora parecchio (la federa del cuscino sembra il mantello della Pimpa) e, ovviamente, il ciuccio non aiuta, anche perché mantiene sempre la bocca umida.

Gabo lo usa prevalentemente per dormire, sia il pomeriggio che la notte. Poi lo chiede quando è molto stanco o stressato, ma ad esempio quando usciamo sa che il ciuccio si lascia a casa. Però quando dorme non lo molla nemmeno un attimo... anzi, se lo perde si sveglia e si riaddormenta solo quando ce l'ha in bocca.

Ieri sera abbiamo improvvisato un tentativo, togliendoglielo mentre già dormiva, ma la notte è stata infernale. Poverino, lui cercava di collaborare, anche perché il ciuccio si capisce che gli fa male, e così l'ha tenuto per un po' in mano, ma poi è prevalso il potere consolatorio... Mi sono alzata quattro volte, finché alle 5 l'ho portato nel lettone e gli ho dato il ciuccio. Almeno così abbiamo dormito un paio d'ore.

Stamattina mi sono documentata su internet e diversi siti concordano che il distacco dal ciuccio va fatto in modo graduale, in un periodo di vacanza o comunque sereno. Non è proprio il nostro caso... O lo togliamo di botto, o non serve a nulla andare "in scalare".

Ci sono diversi "trucchi": c'è chi dimentica il ciuccio nella casa del mare o in albergo, chi lo fa mangiare dal cane o dai gatti, chi lo butta giù dal w.c., chi ne taglia un pezzo in modo da renderlo non ciucciabile, chi lo intinge in limone o aceto ecc.ecc. Poi ci sono diverse varianti della "fatina del ciuccio". E così mi sono inventata una storia anch'io...



Sono andata a prenderlo al nido alle 12.30 (era la prima volta che ci tornava da una settimana) e appena l'ho visto gli ho detto che stamattina a casa erano passati i folletti di Babbo Natale che volevano tutti i suoi ciucci per darli ai bimbi piccoli, perché lui è grande. Poi controlleranno che lui veramente non li usi più e lo diranno a Babbo Natale che così gli porterà un regalo, un autobus (va matto per gli autobus, e quello che gli aveva portato proprio Babbo Natale si è rotto giorni fa...). E anche Balù verrà a controllare, perché così il labbro guarirà prima e non gli farà più male...

Il problema è che poi gli ho fatto vedere una scatola che avevo preparato da dare ai folletti e dove ho messo dentro un primo ciuccio (ne ha 5 o 6 sparsi per casa), ma lui se l'è preso e messo in bocca. Allora l'ho distratto dandogli un biberon di latte e nel frattempo ho fatto sparire il ciuccio. Stava guardando i Teletubbies, così si è distratto ancora di più, e quando ho visto che sbadigliava l'ho portato in cameretta. Ma ha cominciato a piangere... non sono sicura che mi abbia chiesto il ciuccio, più che altro voleva guardare ancora la tv, ma in cinque minuti si è calmato e l'ho messo a nanna. E' quasi un'ora e mezza che dorme senza ciuccio!!!

Sarà più dura stanotte. Io non la reggo un'altra nottata insonne... è una settimana che dormo 2 ore a notte. Non si uccidono così anche i cavalli?

lunedì 2 febbraio 2009

25 ore

Venerdì, ore 21.30
Esco per andare a casa di un'amica. Sono tre mesi che non esco, ho già disdetto più volte con varie amiche per stanchezza, malanni o motivi di lavoro. Gabo al tatto non ha più febbre, nel pomeriggio aveva 38, ma insomma, non sta male, si è addormentato tranquillo. Non posso dare un bidone un'altra volta... Esco.

Sabato, ore 1
Torno a casa, mi infilo sotto il piumone, sussurro a mio marito: "Tutto ok?". "Sì, sì". In realtà non era vero... Gabriele si era svegliato tre volte, la prima dieci minuti dopo che ero uscita, e l'ultima dopo mezzanotte con un riaddormentamento lungo 20 minuti. Ma questo l'ho saputo solo alla mattina.
Faccio in tempo a sdraiarmi che sento chiamare: "Mamma! Mammaaaa!".
Lo trovo in piedi nel lettino, bello sveglio. Impossibile cercare di riaddormentarlo. Lo prendo nel lettone. Dico a mio marito: "Forse è meglio che tu vada a dormire nel divano...". Ovvero - è il mio ragionamento - è colpa mia se si è svegliato, sono uscita con le amiche, mi ha sentito tornare,  sono una m**da di madre, ora tocca a me... (noi donne ragioniamo così, no?).

Ore 3.30
Non si è addormentato neanche 5 minuti. E' tutto un rigirarsi, prendermi le mani, tormentarmi la faccia, dare colpi con la testa contro la testata del letto, mettersi seduto, cercare di scappare... Sono esausta. E' fresco in fronte, il pannolino sembra pulito, che cos'ha??? Mi chiede di togliergli il sacco nanna, penso che gli dia fastidio, forse gli si sono sfilati i pantaloni del pigiama, a volte succede... Appena glielo tolgo scende giù dal letto e scappa in sala, dove dorme il papà. "Forse è meglio se facciamo cambio, è troppo sveglio, vai tu in camera, noi stiamo qua...".
Accendo la tv e metto su i Teletubbies, così prima o poi crollerà, no?
No.

Ore 5
I Teletubbies sono finiti, Gabo si alza e pretende di cambiare il dvd, vuole vedere Balù...
Io ormai sono fuori di me dalla stanchezza.
Lo riacchiappo, spengo la tv, lo faccio sdraiare sul divano di fianco a me e gli dico: "Ora dormi o ti butto giù dalla finestra!".
Sta un attimo in silenzio, poi comincia a piagnucolare.
Oh cavoli, mi sa che ha capito quel ho detto... Che m**da di madre che sono.
"Amore, scusami, era un modo di dire, ti voglio tanto bene, fatti abbracciare dalla mamma, era uno scherzo, scusami, scusami, scusami!".
Finalmente crolla.
Lui dorme tre ore e mezza, io faccio qualche pisolino.

Ore 8.30
Il papà si alza, noi ormai siamo svegli, e così scopro che la serata non era andata proprio liscia...
Cominciamo a montarmi i sensi di colpa. Gabo non si sveglia praticamente MAI la sera, dopo che è andato a nanna. Oltretutto non chiamava me: il papà aveva sentito che si era messo in piedi nel lettino e aveva acceso la luce nella stanza. E la seconda volta si era messo a suonare il pupazzo-carillon appeso al lettino (era un anno che non lo sentivamo...).
Però non c'è niente da fare, mi convinco che Gabo ci sia rimasto male a non vedere arrivare me, e quindi si sia agitato sempre di più, fino a svegliarsi del tutto al mio rientro.
Poi elaboro un'altra teoria, ovvero che ci sia qualche molare in arrivo: l'anno scorso avevamo passato un paio di nottate simili e non avevamo trovato altra spiegazione se non quella dei denti.

Ore 13.30
Gabo è ovviamente stanchissimo e si addormenta pacifico. Non sembra avere nessuna conseguenza della nottata. E' completamente sfebbrato.
In compenso, mamma e papà sono sconvolti. Io ho sulle spalle anche la maxi-vomitata di due giorni prima e tutto lo stress che ho accumulato mi fa dire cose che non penso, sembro una iena, azzanno a casaccio, è la tensione che in qualche modo deve uscire ma esce male...
Arrivo a pensare che farei meglio ad andare all'ottavo piano e buttarmi giù dalla finestra, tanto sono inadeguata, come moglie e come madre. Sono una m**da.

Ore 20

La giornata è passata tranquilla e Gabo, a cena, ha persino mangiato la pappa senza storie. Gioca  buono in sala, di fianco a noi, con la sua amata fattoria e gli animaletti. Facciamo appena in tempo a metterci a tavola che lui cade. Una caduta banale, come tante. Non abbiamo capito nemmeno come abbia fatto. Ha perso l'equilibrio praticamente da fermo, al massimo camminava, si è come avvitato su se stesso, ma aveva le ciabattine, non è scivolato sui calzini, e i pantaloni non erano lunghi... Insomma, cade, piano. Ma evidentemente sbatte la faccia sul puff che ha un'anima di legno, o forse si morde.
Proprio non abbiamo capito come abbia fatto. Ed era a un metro da noi. Tranquillissimo.
Ha la faccia sporca di sangue.
Un taglio sopra al labbro.
Profondo.

Il papà lo porta sul lavandino e lo sciacqua, io prendo un asciugapiatti di cotone, la prima cosa pulita che mi viene in mente, lo bagno di acqua fredda e glielo premo sul volto per fare l'emostasi, lo so, bisogna fermare il sangue. Ma ne esce tanto. Ci alterniamo, il papà va a prendere il ghiaccio, io chiamo la guardia medica: "Non è la prima volta che si spacca il labbro-  spiego - ma credo che stavolta ci vogliano dei punti...". "Portatelo nel nostro ambulatorio, gli diamo un'occhiata".
Ci vestiamo, cambio Gabo fino al body perché è tutto sporco di sangue, prendo il libretto sanitario e la borsa del cambio. Ma all'ambulatorio, dopo averlo disinfettato, ci dicono che secondo loro serve una sutura... Dobbiamo portarlo al Pronto Soccorso Pediatrico. Proprio quello . Di sabato sera, come un anno fa. Quello dove, a un anno di distanza, a detta del nostro pediatra, si ricordano ancora di noi...

Ore 21
Arriviamo in ospedale. In sala d'attesa una decina di bimbi, quasi tutti stranieri, in maggioranza neonati. Che sono stati portati lì per l'influenza. O anche solo per una febbre.
Passa una decina di minuti ed esce l'infermiera (be', forse allora la situazione è migliorata, rispetto a un anno fa...). Facciamo vedere il labbro di Gabriele, anche l'infermiera conferma la necessità della sutura, e ci fanno accomodare. L'attesa non sarà lunga, ma nel frattempo sentiamo i racconti di altri genitori. Quel bimbo avrà 8-10 mesi, si vede che ha un po' di raffreddore. "Ha 37,2 e male al petto", dice il padre, forse marocchino. L'infermiera è basita: "37,2? Male al petto? Cosa vuol dire, che ha la tosse?". "Sì, tosse...".
Questo è solo il caso limite, ma più o meno tutti i bimbi sono lì perché hanno qualche linea di febbre. "Aspettiamo da tre ore...", si lamenta una coppia con una bimba sui 6 anni, che gioca tranquilla. Un'altra mamma di un bimbo di 4 anni mi spiega: "Ora la febbre non ce l'ha, ma è una settimana che va e viene, magari tra un'ora ha 39...". Magari? Tra un'ora? Allucinante.

Ore 21.30
Ci fanno entrare. La dottoressa di turno conferma: serve la sutura, "ma non abbiamo il chirurgo pediatrico, dobbiamo richiedere una consulenza, poi ci diranno se dovete aspettare o tornare domani mattina...".
Rassegnati, torniamo in sala d'attesa.

Ore 22
Arriva il chirurgo. Era di reperibilità a casa, "ma se è per un bimbo così piccolo corro", dice.
La ferita è profonda, "vorrei provare a fare una sutura intradermica - ci spiega - in modo da lasciare una cicatrice meno evidente... Però è una posizione molto difficile, e poi si muoverà. Ora facciamo un'anestesia locale, lo dovrete tenere molto forte perché salterà, è il momento più brutto".
Ma Gabo è bravissimo. Piange, ha tanta paura, chiama "mamma! mamma!", implora "via!", ma sta fermo. Non dobbiamo nemmeno fare forza. Il papà gli tiene le mani sulla pancia, io le gambe, ma lui probabilmente è paralizzato dalla paura. Gli hanno coperto gli occhi con una mascherina, quindi non ci vede, chissà che terrore, gli parlo di continuo mentre il chirurgo gli infila una specie di amo da pesca nella carne, più volte... "Ora finisce tutto, andiamo a casa a vedere Balù, e poi arriva anche Baghera, ecco, queste dottoresse sono come Balù e Baghera che salvano Mowgli da Shere Khan, sono buone, lo fanno per farti passare la bua più in fretta". Ogni tanto mi scappa un "poverino" e il chirurgo mi riprende, "non dica così!". Ma è difficile fingere di essere tranquilli...

Ore 22.30
Ecco, la sutura è terminata. Gabo mi abbraccia forte e non piange più, si lamenta solo un po'.
"Dovete essere orgogliosi di vostro figlio - ci fa i complimenti il chirurgo - è stato bravissimo, è la prima volta che riesco a fare una sutura del genere in un cucciolo così piccolo". Il nostro cucciolo d'uomo. Il nostro piccolo Mowgli.
Torniamo a casa. Accendiamo la tv, Balù non può mancare per rilassarlo un po' prima di andare a nanna. Scaldiamo i piatti rimasti sulla tavola e ceniamo.
Alle 23 lo mettiamo a letto.
Dormirà fino alle 7.30.

Oggi

Sembra la Lecciso quando gli sbagliarono l'iniezione di silicone. Non riesce a chiudere la bocca e sbava. Quando oggi si è visto per la prima volta allo specchio si è messo a piangere, indicando il cerotto e implorando "via! via!".
Perde ancora un po' di sangue, la posizione è sfortunata, in pratica il taglio comincia all'interno del labbro superiore e continua sulla carne fino alla zona "baffo".
Non è successo nulla di grave, lo so.
Ma non riesco a non sentirmi in colpa...

(E sono anche un po' stanca, ecco).