venerdì 30 marzo 2007

Metamorfosi

Lenticchia ogni giorno arricchisce il proprio repertorio gestuale e vocale.

Ieri, ad esempio, ha scoperto che battendo una mano contro qualsiasi superficie fa un rumore divertente. Ha passato tutta la giornata di ieri a prendere a pugni la carrozzina, i pupazzini, il fasciatoio, la mia faccia, il quotidiano.
Il giornale, poi, è uno spasso, perché la carta, oltre a far rumore, si può anche strappare e portare alla bocca.

Stamattina, però, c'è stata una novità inquietante. L'ho lasciato seduto sul divano, circondato da cuscini, per andare 5 secondi in un'altra stanza. Quando sono tornata l'ho trovato ribaltato, a pancia in giù, in posizione da gattonamento.

Ha fatto la sua prima mezza piroetta, insomma.

Lenticchia non è più uno scarafaggione con le zampette agitate quando lo sdraio sul tappeto o nel lettone... ora, con un po' di sforzo, può girarsi.
Comincia una nuova - pericolosissima - fase.

giovedì 29 marzo 2007

Superbagnetto

Ieri sono stata in piscina per la prima volta con Lenticchia. Anticipo subito il giudizio finale: per lui l'esperienza è stata così così, per me una fatica massacrante, ma non vedo l'ora di tornarci!

Il primo problema, e per entrambi, è stato l'ingresso nello spogliatoio. Faceva un caldo disumano, e io avevo dovuto salire una scala ripida con una trentina di gradini carica di ovetto con bimbo, borsetta, borsa del cambio e borsone della piscina. A occhio e croce, una zavorra di una ventina di chili... non proprio indicata per una che, come me, ha subito due interventi alla schiena e soffre ancora di problemi alla colonna vertebrale. Ma per mio figlio questo ed altro.

Entriamo nello spogliatoio, appoggio la zavorra, prendo in braccio Lenticchia per spogliarlo - se no mi si squaglia dal caldo - e lui comincia a strillare come non mai. Io intanto sudo e sono nervosissima, perciò la situazione peggiora. Non sono abituata a sentirlo piangere in questo modo: una crisi così l'aveva avuta solo dopo la vaccinazione! Temo che per stavolta la piscina dovrà attendere.

Invece bene o male dopo qualche minuto si calma (forse era solo un pianto di stanchezza: non aveva fatto il pisolino dopo pranzo), così lo spoglio e gli infilo il costumino contenitivo: una mutandina con spugna all'interno e una specie di plastica all'esterno, per evitare spiacevoli tracimamenti. Altro problema: e adesso io come faccio a cambiarmi??? Capisco che la collaborazione tra mamme è fondamentale. Lascio Lenticchia sul fasciatoio, sotto il controllo di una mamma, e in pochi secondi mi spoglio e infilo costume e cuffia. Poi prendo Lenticchia in braccio e lo porto sul piano vasca, dove ci sono altri fasciatoi. Lo appoggio per terra e chiedo ad un'altra mamma di guardarmelo mentre torno nello spogliatoio e prendo borsetta, borsa del cambio e borsone della piscina: infatti ci avvertono che gli spogliatoi sono infestati di ladri. Prego che non mi rubino i vestiti, ma soprattutto l'ovetto e anche il passeggino che ho lasciato al piano di sotto...

Adesso arriva la parte più divertente. Prima facciamo assieme la doccia, e per fortuna avevo fatto le prove a casa! Poi passo Lenticchia all'istruttrice ed entro in vasca, profonda 80 cm e con acqua a 32 gradi (caldina, ma non sono i 37-38 gradi del bagnetto che si fa a casa!). Quindi l'istruttrice mi passa Lenticchia che si guarda attorno perplesso, proprio come quando stiamo per fare il bagnetto. Lo immergo piano piano e lui mi si aggrappa al collo tipo koala, però non piange. Cammino con lui in braccio per tutta la vasca, lo accarezzo, gli canto "Singing in the rain" (colonna sonora di ogni bagnetto) e lo porto in fondo dove galleggiano tanti giochini. Intanto sono riuscita a sdraiarlo a pelo d'acqua ma preferisco non bagnargli la testa: lo tengo, diciamo così, in posizione cullamento. Lui acchiappa una piccola foca e se la ciuccia con voluttà. Si chiacchiera con le altre mamme e passa mezz'ora. Io comincio ad avere freddo e decido di uscire: per oggi è tutto lasciato alla nostra iniziativa personale. Spero che le prossime volte l'istruttrice abbia un ruolo un po' più attivo, rispetto a quello di aiutante per fare la doccia... Si ricomincia con la fatica inumana di doccia a turno - asciugamento a turno - vestizione a turno. In qualche modo ce la facciamo.

Appena poggio Lenticchia nell'ovetto, crolla addormentato. Dorme nel tragitto fino alla macchina, nonostante gli sballottamenti. Dorme in auto. Continua a dormire quando lo scarico. Dorme in ascensore. Dorme quando entriamo in casa. Continua a dormire con il suo ben tutone imbottito addosso. Be', ne approfitto... Svuoto la borsa della piscina, metto ad asciugare accappatoio, asciugamano e costumi. Apparecchio, pranzo, sparecchio. Lenticchia è sempre lì nell'ovetto, "intutato", che dorme. Si fa quasi un'ora di sonno, poi si sveglia. E' ora di fare merenda.

Peccato dover aspettare mercoledì prossimo per ripetere l'esperienza!

martedì 27 marzo 2007

Capolinea

Giuro che ho fatto di tutto per allattare al seno.

Ho preso integratori di ogni tipo: Lactogal, Piùlatte, Nursing, Mamoplex, tisana di anice-finocchio-galega, fieno greco in polvere. Così sono riuscita a mantenere una produzione decente per quattro mesi. Ma non sufficiente a coprire l'intero fabbisogno, visto che il biberon serale/notturno di latte artificiale gliel'ho sempre dato.
Mi andava bene così.

Ci andava bene così.

Negli ultimi giorni ho combattuto lotte furibonde, corpo a corpo, ed ho perso.

Mio figlio si è proprio stancato. Quando gli porgo il seno, ciuccia per pochi secondi poi si stacca. O addirittura gira la testa dall'altra parte senza nemmeno provarci...

Eppure di latte ne ho ancora un pochino: finora l'ho estratto con il tiralatte per non impazzire di dolore. Ma ieri non ho sentito il bisogno di usarlo.

Sono arrivata al capolinea, insomma.

Devo chiamare la ginecologa per sapere se è il caso che io prenda le pastiglie (Dostinex, o - ancora meglio - rimedi omeopatici come Lac caninum) per farlo andare via del tutto.

Prima o poi avrei dovuto smettere, no?

Eppure...
...mi dispiace.
Sì, soffro.
Piango.
Anche se allattare non è mai stata la mia passione.

E' che ora tornerò una donna "normale". Non più gravida né puerpera né "donna che allatta"...

Prevedo tempeste ormonali in arrivo.


E facciamoci sto Campari, va'!

domenica 25 marzo 2007

Salute e dintorni



  • Giovedì abbiamo portato Lenticchia ad una visita in dermatologia pediatrica. E' confermato: quel brufolone che gli è comparso all'interno della guancia sinistra è un angioma. Per la precisione, si tratta di un "emangioma della mucosa geniena", come ha detto la dottoressa appena l'ha visto. E' benigno, potrebbe crescere fino ai 9 mesi e poi dovrebbe regredire spontaneamente. Va tenuto sotto controllo anche se, secondo le tre dottoresse che l'hanno visitato, ci sono già segni di regressione.
    Lenticchia come al solito è stato fantastico: in braccio al papà, si è fatto visitare con il sorriso, e si è pure fatto rivoltare la guancia più volte per fare scattare delle fotografie, necessarie per i futuri controlli. Un mito. Prossima visita tra un mese.



  • Per il problema della testa schiacciata ("plagiocefalia posizionale"), invece, stiamo andando da un'osteopata. Sono sincera: non credo moltissimo nell'efficacia di questa terapia, basata - se ho ben capito - sull'allungamento del sistema cranio-sacrale. Però mi ci affido per non lasciare nulla di intentato. Abbiamo già fatto tre sedute, durante le quali Lenticchia se la ride, perché l'osteopata è bravissima e specializzata proprio nel trattare i neonati. E poi è stata lei ad accorgersi per prima dell'angioma, quindi a qualcosa è servito...

    Su suo consiglio, inoltre, ora Lenticchia dorme con un cuscino farcito di cereali. Ne ha ben tre diversi, il signorino: uno, home made, ripieno di grano saraceno, realizzato in attesa dell'arrivo degli altri due cuscini, acquistati via internet in Austria (uno con miglio e l'altro con gusci di grano saraceno). Dovrebbero servire ad appiattirgli meno la testa. Il migliore pare proprio che sia quello fatto in casa, con una spesa totale di circa 5 euro... contro i 46 dei due acquistati su web.

    Non contenta, venerdì ho comprato un materassino ripieno di pula di farro "salvaschiena" per l'ovetto (29,90 euro), che utilizzo anche sulla sdraietta. Peccato non avere scoperto prima questo prodotto, che esiste in diverse versioni (ad esempio per passeggino e per seggiolino auto). La ditta si chiama "La terra e l'albero" e ha molti altri prodotti interessanti.

    Ora, quando prendo in braccio Lenticchia, fa odore di fieno.

    Più che un legume, è un bimbo ai cinque cereali...


martedì 20 marzo 2007

Viva il papà!

Ieri la mia mamma mi ha spinto in carrozzina per due ore, correndo di qua e di là per il paese, in cerca di una magliettina e di un pennarello da stoffa. Correva e spiegava alla mamma di Pupetta che voleva dedicare un pensierino al mio papi, visto che era la sua festa.
La mamma ha pure preso una gran sudata, per fare questa sorpresa al papi, e mi sa che si sta ammalando: stanotte si è svegliata facendo tre volte etciù, e anche oggi ha fatto tanti etciù.
Fatto sta che si è impegnata per fare questa cosa per il papi, perché lei ci vuole tanto tanto bene, a lui e a me.
Così quando il papi è tornato a casa mi ha trovato vestito così:



Ma il papi non è che ha mostrato di avere apprezzato tanto l'iniziativa.
Infatti ha chiesto alla mamma: "L'hai fatta tu?"
(Come per dire: "Spero che 'sta ciofeca non sia costata troppo...")
Il mio papi è ligure, eh.
Ma la mamma non se l'è presa, perché tanto io e lei ci siamo divertite tanto a preparare la sorpresa.



E poi la mamma ci ha fatto pure uno scherzetto, al papi...



...perché Viva il papà, ma la mamma è sempre la mamma!

lunedì 19 marzo 2007

Esperienze

Lenticchia ha fatto nuove esperienze nel weekend.

Sabato mattina ha fatto la sua prima doccetta. Spero infatti di riuscire a portarlo in piscina, prima o poi, e lì  - ho pensato - dovrò pure fargli la doccia, no? E così sono entrata nel box con lui in braccio, con il papà pronto ad acchiapparlo all'uscita con l'asciugamano.
Di primo acchito Lenticchia non ha reagito bene: appena ho chiuso la portina del box ha pianto, forse per il rumore. E' di orecchie delicate... Però ci abbiamo riprovato subito, chiudendo il box con delicatezza. E il secondo tentativo è andato in porto.
La doccetta in sé non lo ha né entusiasmato né infastidito, proprio come il bagnetto, che noi - genitori pigri - gli facciamo fare solo un paio di volte a settimana. Per me, però, è stato un problema girarlo, sotto la doccia, per insaponarlo bene dappertutto. Temevo mi sguillasse via! E poi, senza il papà che aspetta lì accanto con l'asciugamano, come si fa in piscina??? Anche la mamma è bagnata e deve asciugarsi!
Accettasi suggerimenti.

L'altra esperienza, decisamente fallimentare, è stata la prima volta di Lenticchia al cinema, sabato pomeriggio.
No, mica siamo andati a vedere, che so, Gli Aristogatti o Cars. Ma - udite udite - "L'arte del sogno" di Gondry. Una pizza allucinante.
L'idea di partenza, però, era carina. Si tratta infatti del CineNido, sottotitolo "Visioni disturbate", un'iniziativa della Cineteca di Bologna per permettere ai genitori di andare al cinema con pupetti al seguito, visto che - come avverte la newsletter via mail - in sala vige il diritto di pianto e di schiamazzo. Ci aspettavamo perciò di vivere una situazione divertente, con tanti cuccioli in sala e la possibilità di farli giocare e distrarli durante il film.
Macché...
Si trattava praticamente di una proiezione come tutte le altre, quindi con buio in sala, audio a tutto volume e pubblico "normale", in gran parte ignaro dell'iniziativa, visto che l'unico avvertimento è una scritta piccola piccola sul cartellone del cinema.
Impossibile lasciare Lenticchia nel passeggino, come avevamo pensato di fare, perché aveva paura e sobbalzava ad ogni rumore. Perciò abbiamo dovuto tenerlo in braccio per tutto il tempo, passandoci la palla e vivendo con un po' di senso di colpa i suoi giustificatissimi lamenti. Così siamo andati via un quarto d'ora prima della fine, tanto il film l'avevamo seguito poco o niente, ed era abbastanza inguardabile.

In sala ho contato, oltre a Lenticchia, altri tre bimbi.
Tutti gli altri spettatori avranno pensato: ma chi sono questi pazzi che vengono al cinema con dei lattanti?
E hanno ragione.
Come ha detto il papà, una rassegna così è pensata per genitori egoisti.
Perciò, caro Lenticchia, la prossima volta che andremo al cinema sarà per vedere un bel cartone animato.
E mamma e papà, per i film "da grandi", continueranno ad andarci da soli, almeno una volta al mese!

venerdì 16 marzo 2007

AllOttamento

Allattare, per me, non è mai stato facile.

Prima di imbarcarmi in questa splendida avventura che è la maternità, credevo che quando nasce un bambino il latte arrivasse automaticamente, tipo distributore di benzina: attacchi il bimbo al seno, lui poppa, mangia e cresce.
Seee. Col cavolo.

Al corso pre-parto ci avevano fatto un lavaggio del cervello sull'importanza dell'allattamento al seno, ma mica ci avevano spiegato come si fa in pratica. "Tanto poi ti spiegano le ostetriche in ospedale".
Seee. Doppio cavolo.

Quando è nato Lenticchia, le ostetriche dell'ospedale mi dissero: "Lo attacchi al seno ogni volta che chiede". Gli altri bimbi piangevano e strillavano. Lenticchia stava lì, nella sua culletta, a dormicchiare o a guardare il mondo con gli occhi spalancati, ma in silenzio. Non chiedeva, e io non glielo davo. E' stato anche 14 ore senza mangiare, povero cucciolo. Nessuno che mi dicesse: guardi che il suo bimbo è nato piccolo, forse è un po' pigro, va svegliato ogni 3 ore come si fa con i bimbi prematuri! Me lo ha detto il pediatra il giorno della dimissione dell'ospedale, quando ormai Lenticchia aveva perso circa 3 etti. Era sceso sotto i 2 chili e mezzo.

(Ecco, nel caso arrivasse qui qualche neo-genitore con i motori di ricerca, sappiatelo: i bimbi nati con basso peso alla nascita spesso non chiedono di mangiare! Quindi l'allattamento "a richiesta" non funziona, bisogna farlo "a orario", almeno finché non acquistano peso e forze).

La prima fase di allattamento, dopo il rientro a casa, è stata più o meno "a orario". Ogni 3 ore - 3 ore e mezza, bisognava svegliarlo. Ma intanto, di latte ne avevo pochissimo, per vari motivi: con il parto cesareo la montata lattea può arrivare alcuni giorni dopo; non attaccando il bimbo al seno, non producevo latte (infatti le ghiandole mammarie si attivano grazie alla suzione: più il bimbo tira, più latte arriva); la suocera in casa mi portava a dare l'aggiunta di latte artificiale dopo ogni poppatina.
E ogni volta ci stavo anche un'ora, per cercare di fargli prendere un po' del "latte di mamma". Calcolando che le poppate erano sei o sette al giorno, praticamente allattare era un lavoro a tempo pieno.
Avevo poi l'incubo della "doppia pesata": si pesa il bimbo prima della poppata e subito dopo, per vedere quanto latte prende. Eravamo sui 30-40 grammi per volta, quindi ne dovevo aggiungere altrettanti col biberon.
Partita la suocera, ho cominciato a fare di testa mia: basta con le aggiunte di giorno! Decisi di dargli il biberon solo la sera e la notte, quando comunque avevo meno latte. Sistema di allattamento misto che sto adottando ancora oggi, visto che Lenticchia così è cresciuto bene. Finché dura...

Infatti il problema è che, alla soglia dei quattro mesi, il cucciolo chiede sempre più latte e io, di mio, ne ho sempre meno. Lo capisco dalla doppia pesata (anche se è diventato quasi impossibile tenerlo fermo sulla bilancia!) ma anche dalle lotte che, da un paio di settimane, mi tocca fare.
Ogni poppata, in pratica, è un match.
Si attacca, succhia un paio di minuti in modo quasi tranquillo, poi comincia a dimenarsi. Tira pugni sulla tetta, scalcia, si stacca, si lamenta, si riattacca, succhia, si ristacca, urla. Cambio posizione, lo metto quasi seduto, stessa manfrina però un po' di latte lo prende. Allora mi alzo, mi sdraio, lui di fianco a me, lui di sopra, lui di sotto... Sembra qualcos'altro, lo so e me ne scuso. Invece è una poppata.
Un delirio.
Resisto 5 o 10 minuti, poi gliela do su.
I primi giorni di questa lotta libera mi sono persino messa a piangere.
Un giorno mia madre ha assistito al match e ha reagito, più che con preoccupazione, con imbarazzo.
Il papà, dopo l'ultima poppata serale, ogni volta mi apostrofava con complimenti tipo "ti vedo distrutta". (Eh, provateci voi, signori uomini, ad allattare!)

Insomma, mi sa che sono al capolinea.
Ci provo ancora qualche giorno, ad allattare.
Ma se ogni volta devo allOttare, allora no grazie.
Caro cucciolo, di anticorpi te ne ho già dati.
Quindi, o torni a poppare tranquillamente come quando eri piccolino, oppure andremo di solo biberon.

(E io potrò finalmente bere un bel Campari, che ne faccio una gran voglia da più di un anno!!!)