mercoledì 10 aprile 2013

Hora ruit

E così, senza nemmeno che me ne accorgessi (o quasi), il primo anno di scuola primaria di Gabo è volato...
Non ho avuto sinceramente tempo, né voglia, di aggiornare il blog. Anche perché, da un giorno all'altro, ho ricominciato a "lavorare". Tra virgolette, perché ho trovato un lavoretto precario ma su cui sto investendo tante energie. Mi resta dunque solamente lo spazio per occuparmi di mio figlio, nelle ore in cui non è a scuola, e della mia famiglia. Ma per ora va bene così.

Questo primo anno di elementari non è stato facile. Non tanto per l'apprendimento: Gabo ha cominciato la scuola da analfabeta e ha regolarmente imparato a leggere, scrivere e far di conto, come si diceva una volta. Ma la sua classe è disastrata - un'insegnante si è persino messa in aspettativa perché non reggeva più la situazione - e così non siamo del tutto sereni... Per il momento andiamo avanti così, giorno per giorno, speriamo che qualcosa cambi (ma per ora nulla è cambiato).

Gabo cresce: a 6 anni ha raggiunto i 115 cm di altezza e poche settimane fa ho visto per la prima volta il numero 20 sulla bilancia! Mi annoto questi dati perché l'ho sempre fatto, per tenere traccia della sua crescita. Ma sinceramente la sua "curva dei percentili" non è più un problema come una volta.

Gabo ha un sistema immunitario eccezionale: quest'inverno, mentre i suoi compagni alternavano influenze, polmoniti e virus vari, lui non ha fatto un giorno d'assenza. E anche questo dimostra che lui mangia poco (ma mooolto di più rispetto al passato) perché è la quantità giusta per lui.

Ecco, volevo solo riempire minimamente questo 'vuoto' sul blog, perché è uno spazio che amo. Ma amo soprattutto mio figlio, ogni giorno di più, e cerco di rubare il minor tempo possibile a lui... Per questo non aggiorno il mio diario online. Ma tengo traccia nel mio cuore di questo periodo meraviglioso. Perché, ecco, dicono tutti che il periodo migliore dei bambini è sui 3-4 anni. Per me non è così: adoro questa fase, in cui vedo che si appassiona alla lettura, in cui si afferma sempre di più il suo carattere, in cui vedo delle manifestazioni di amore incondizionato nei miei confronti che mi commuovono e mi rincuorano.

Insomma, il blog può attendere. Mio figlio no.

mercoledì 10 ottobre 2012

Mestieri (4): il giudice

Il suo 'primo' mestiere fu il vigile del fuoco, figura che affascina non pochi bambini.
Poi dichiarò di voler diventare un guidatore di robot.
Quindi ha avuto il periodo dell'inventore.
E anche una breve fase in cui si era convinto che sarebbe diventato elettricista, complice un lavoro di classe fatto alla scuola materna sui "lavori utili" .
Ora ha un nuovo obiettivo.

"Mamma, da grande voglio fare il giudice".

Ecco, non penso che molti bambini puntino a questa carriera... 
L'idea a Gabo è venuta dopo l'esperienza non proprio positiva di Disneyland Paris, nello scorso mese di agosto: il giro sul "treno nella miniera" (Big Thunder Mountain), un roller coaster considerato adatto alle famiglie tanto che il limite di accesso è un'altezza di 102 centimetri (circa 4 anni di età), lo spaventò a tal punto da provocare in lui una sorta di indignazione per chi aveva concesso il permesso di salire sulla giostra anche ai bambini. Da lì ha cominciato a dire che da grande avrebbe fatto il giudice: in sostanza, per proteggere i bambini dai giochi pericolosi.

Poi ha maturato un programma anche più "politico": "E quando sarò giudice, dirò mai più armi e mai più guerre". Eh, si sa, i bambini sono sostanziamente pacifisti.

Ma c'è anche un aspetto più venale, in questa sua aspirazione. Un giorno gli ho fatto notare che bisogna studiare tanto, per diventare giudice... 
"Sì, ma poi guadagnerò tanto!".
Gabriele, guarda che questo non è un buon motivo per diventare giudice. E' anche un mestiere pericoloso, sai?
"Perché? Tanto si sta tutto il giorno dietro a una scrivania!".
Eh, è pericoloso perché ti puoi trovare davanti delle persone pericolose, che hanno fatto qualcosa di brutto. Magari hanno rubato, o persino ammazzato qualcuno...
"E allora? Io li mando in prigione, mica mi possono fare del male chiusi là dentro!".

Ok, tanto ha sempre ragione lui. E devo dire che ce lo vedo pure, a fare il giudice. O, vista la parlantina che si ritrova, il pm.

Eppure un elettricista sarebbe così utile, in famiglia...


martedì 2 ottobre 2012

Sereno, con qualche velatura...

Il mio silenzio sul blog durato tre settimane è dovuto a un accavallarsi di circostanze che non mi hanno lasciato un minuto libero. Proviamo a ricominciare...

Gabo ha iniziato la scuola elementare con animo sereno. E questo è l'aspetto più fondamentale. Finora c'è stata una sola piccola crisi, il mercoledì della seconda settimana, quando ha cominciato a piagnucolare prima di uscire perché non voleva andare a scuola. Normale, direi. "Mamma, è faticosissimo...", mi ha detto sulla porta di casa col faccino triste. E ci credo, dopo quasi tre mesi di dolce far nulla con la mamma a disposizione 24 ore su 24! Invece ora ha cominciato un vero e proprio lavoro di otto ore al giorno.
Oltretutto, la sua classe è impegnativa, per usare un eufemismo. Su 24 allievi, 15 sono maschi, di cui parecchi turbolenti. Gabo è vivace-buono, ma alcuni bambini sono vivaci-cattivi, ovvero maneschi o proprio problematici. Oltre a un certificato con insegnante di sostegno, c'è un caso particolare, diciamo così: non certificato soltanto perché i suoi genitori non hanno accettato di farlo, come invece avevano consigliato le maestre della scuola materna. E venerdì scorso questo bambino è pure riuscito a scappare dalla scuola, subito riacciuffato. Ma Gabo mi ha riferito anche un altro fatto, la prima settimana: un bambino che ha rovesciato un banco e poi si è appeso alla tapparella. Non so se sia sempre lo stesso caso, perché Gabo non è sempre affidabile nei racconti. Però lui è rimasto piuttosto scioccato dalla vicenda.
E poi ci sono i compiti: e il primo weekend non è stato facile convincerlo a completare le schede assegnate dalle maestre... Insomma, il percorso è in salita.

Ma non sono riuscita a godermi appieno questo importante passaggio della vita di mio figlio perché nella mia famiglia c'è stato un lutto, tragico e inaspettato, proprio la domenica precedente il primo giorno di scuola. E sono ancora sconvolta, oltre che addolorata.

Inoltre, sempre in quei giorni, sono stata chiamata per un colloquio, e poi richiamata dalla stessa azienda la settimana successiva, con una proposta di un impiego che non mi ha fatto dormire tranquilla per un paio di notti. La decisione è stata sofferta, ma alla fine ho deciso di non accettare, perché l'orario che mi avevano proposto era incompatibile con quello della scuola. Avrei dovuto iscrivere Gabo sia al pre-scuola che al post-scuola (servizi che costano, e non poco!), ma soprattutto avrei dovuto trovare anche una baby sitter che lo andasse a prendere tutti i pomeriggi... E non voglio più vivere quell'ansia che ho provato per quattro anni.

In ogni caso, sto cominciando a battere a tappeto tutti i siti di offerte di lavoro. Il prossimo passaggio saranno le agenzie interinali, o comecavolosichiamano. Ma quest'ultima esperienza (il doppio colloquio) mi è servita a capire che, se i datori di lavoro non sono flessibili sull'orario, nemmeno io lo sono. Per il bene di mio figlio innanzitutto.

Be', se sapete di qualche lavoro in campo giornalistico (redazioni, case editrici, uffici stampa ecc.) o anche come segretaria di direzione, a Bologna e dintorni, io ci sono. Ma soltanto fino alle 17.

(Forse è meglio tentare la fortuna al Superenalotto...).

venerdì 14 settembre 2012

Regoli e regole

Il fatidico primo giorno di scuola è ormai alle porte e finalmente, due giorni fa, ho conosciuto le maestre di Gabo. La mia prima impressione (incrociando le dita) è positiva. Sono esperte e 'rodate' (hanno fatto assieme l'ultimo ciclo prima-quinta, e quella di italiano-storia-inglese ha già insegnato per cinque cicli completi). Hanno insistito sul fatto di non fare confronti con altre prime (tipo 'il suo amichetto ha già fatto tutte le vocali e le sillabe mentre noi siamo ancora alla A") perché loro dedicheranno le prime settimane a conoscere i bambini e a cercare di formare il gruppo. E per me questo è proprio il punto più importante, perché 20 bambini su 24 provengono dalla stessa scuola, non quella frequentata da Gabo, e quindi conto sulle insegnanti perché lui riesca a inserirsi in un gruppo che - lo so, ahimé- è molto 'chiuso'. E ho già visto qualche atteggiamento, in incontri casuali al parco con futuri compagni di scuola, di simil-bullismo. Ok, i bambini sono crudeli, dicono, però Gabo è così buono che già ci soffre a sentire frasi tipo "lei è mia amica e quindi tu non puoi essere suo amico" o "vai via, ti odio". Spero molto nella capacità delle insegnanti...

Intanto, alla prima riunione ci è stata fornita la fatidica lista: un intero foglio A4 con l'elenco del materiale da acquistare. Così ieri mi sono fiondata all'Ipercoop (con Gabo affidato alle brave animatrici dello spazio bimbi) e ho vagato tra pile di quaderni e scansie di cancelleria per un'ora e mezza... Ho trovato quasi tutto (mi mancano solo tre pennelli e le copertine di plastica per i quadernoni) e, con lo sconto del 15% per i soci Coop, ho speso 40 euro e spicciolini (scegliendo accuratamente tutti i prodotti meno cari!). L'oggetto più costoso è la valigetta dei regoli, ma è stato anche l'unico ad attrarre l'interesse di Gabo, che ci aveva giocato a casa di una cuginetta. Così dopo cena si è messo subito all'opera, a modo suo...

Sono un po' preoccupata per questo grande passo, lo ammetto. Sin dal nido, Gabo si è dimostrato renitente alle regole. Per dire: alla materna, se una canzoncina o comunque un'attività di gruppo non gli piaceva, lui si alzava e se ne andava a giocare per conto suo. E secondo me le maestre hanno desistito un po' troppo presto, lasciandolo fare. In ogni caso, anche se in famiglia siamo piuttosto severi, lui tira la corda della pazienza altrui fino alla rottura. E' una continua sfida. Gli ripetiamo spesso di non insistere, e che deve capire quando comincia a dare fastidio. Ma o lui non se ne rende conto, oppure ho il sospetto che gli piaccia essere fastidioso. E' il suo modo per attirare l'attenzione su di sè. E' capace di chiedere dieci volte di seguito, a un bambino, "giochi con me?". Ovviamente la risposta non può che essere negativa...

Insomma, la mia principale preoccupazione, ora, non è certo che impari a leggere e scrivere in fretta. Ma che riesca a inserirsi nel gruppo,  a farsi almeno un amichetto e a capire quali sono le regole da rispettare. Incrociamo le dita delle mani e dei piedi...

venerdì 7 settembre 2012

Occhiali? Sì, no, forse, aspettiamo...

Il nostro pediatra non ci ha mai prescritto la visita oculistica. Vedendo spuntare gli occhiali sul naso di diversi compagni di Gabo alla scuola materna, ho provveduto da sola. Io non ho mai avuto problemi di vista (finché non sono diventata presbite, e precocemente, mannaggia...), ma il papà porta gli occhiali da quando era adolescente. Così prenotiamo (con diversi mesi di attesa) e a dicembre 2011 facciamo la sola visita ortottica, con il servizio sanitario pubblico. Per la visita oculistica l'attesa era di un altro anno...
Primo responso: lieve strabismo e ipermetropia, consigliato controllo dopo un anno.

Ho preferito anticipare il controllo prima che cominciasse la scuola, e così ieri pomeriggio siamo andati: appuntamento fissato due giorni prima, presso la stessa struttura, ma privatamente. Con il servizio pubblico, per andare nello stesso studio e con lo stesso personale medico, il primo buco libero sarebbe stato a fine novembre per la visita ortottica (e in orario mattutino quindi durante la scuola, ovviamente...), e molti mesi dopo per quella oculistica. Ma con 111 euro, olè! Nemmeno 48 ore di attesa.

Responso: lo strabismo è sparito, ma oltre all'ipermetropia è comparso l'astigmatismo. Durante la visita ortottica ci era stato consigliato l'uso degli occhiali per la correzione precoce del difetto, ma alla visita oculistica (dopo quindi aver messo quelle TERRRIIIBILI goccine che a Gabo hanno fruttato un regalino) l'altro specialista è stato di parere diverso. Insomma, aspettiamo altri sei mesi "per vedere se l'occhio cresce ancora un po'", poi ci riguardiamo.

Per ora, insomma, il pericolo è scampato.
E lo so che portare gli occhiali non è una tragedia. Ma meglio senza...
(Io ODIO dover inforcare gli occhialini da lettura anche mentre faccio la spesa al supermercato, sgrunt)


lunedì 3 settembre 2012

Piccoli grandi eventi (aspettando la scuola)

Eccoci qua, dopo una 'coda' vacanziera improvvisata a fine agosto per andare a trovare la nonna in Appennino. E ora l'estate è proprio finita, come ci ricorda la pioggia incessante che ci costringerà a inventarci qualche attività per stare in casa senza finire a fare le 'patate da divano' davanti alla tv...

Tra l'altro mancano ancora due settimane al primo giorno di scuola elementare e ancora non sappiamo nulla: né l'orario in cui presentarci, né chi sono le maestre, né che cosa dobbiamo acquistare. Anzi, pare addirittura che la riunione con le insegnanti sarà DOPO l'inizio della scuola. 

Insomma, sono un ricordo ormai lontano le giornate in spiaggia, le passeggiate a Parigi e anche i due giorni in piscina tra i monti! Ma tra le tante esperienze accumulate in questo mese di agosto, ci sono un paio di piccoli grandi eventi che possono rivoluzionare la nostra vita di tutti i giorni. 

Il primo è che Gabo ha finalmente dormito una notte senza di noi! Eh, lo so che per molti questo 'evento' è un fatto del tutto normale... Ma purtroppo noi, per una serie di motivi, non abbiamo questa possibilità. Si è però verificata per una sera al mare grazie a una circostanza che non sto a specificare. L'importante è che Gabo ha potuto dormire con la nonna paterna, che ha lanciato l'idea un po' a sorpresa. Devo ammettere che non eravamo proprio tranquillissimi, ma è andato tutto bene e soprattutto anche Gabo si è sentito 'grande'. Speriamo di poter ripetere presto l'esperienza... anche perché avere una sera (e una notte) tutta per noi è stato un grande regalo!

L'altro piccolo grande evento è che Gabo ha imparato a farsi la doccia da solo! Certo, bisogna dosargli lo shampo e il docciaschiuma se no inquina i fiumi, e poi appena tornato a casa mi ha chiesto di fare il bagno nella vasca con i giochi... Però la doccia è un'altra conquista di autonomia.

Ed entrambi questi traguardi (notte fuori e doccia da solo) finora aveva rifiutato di affrontarli.

Speriamo che tiri fuori lo stesso 'coraggio' anche nell'affrontare la nuova scuola...

mercoledì 1 agosto 2012

Stessa spiaggia stesso mare (e Parigi è sempre Parigi!)

Allora, finalmente domani si parte per il mare. Tre settimane piene di vacanza, nella città d'origine del papà. Città in cui vive anche la nonna paterna, ma tanto per un motivo o per l'altro non riusciamo mai a farle tenere il nipotino per più di un paio d'ore, e al massimo due o tre volte nell'intero periodo... Non siamo una di quelle coppie fortunate che hanno i nonni-baby sitter a disposizione, ahimé.

Insomma, stessa spiaggia stesso mare, da sei anni ormai. Il papà riesce a frequentare un po' i suoi amici d'infanzia, e a godere di quel colore azzurro che ti avvolge anche in agosto come fosse inizio primavera. La Liguria è così: non per tutti, con quei lembi risicati di spiaggia e il mare aspro; con la gente che sembra sfotterti di continuo, e in fondo lo fa, ma poi ti apre il cuore e la casa come nessun altro.

Insomma: spiaggia, amici, un po' di nonna, orizzonte, aria pulita, aperitivi... L'importante è staccare.

Ma... quest'anno c'è una novità dell'ultim'ora: oggi pomeriggio abbiamo prenotato una 'fuga' di quattro giorni a Parigi! Sfuggiremo la calca ferragostana per sfidare la calca eurodisneyana, ma tanto nel parco divertimenti (divertimenti? Non so, siamo perplessi tutti e tre, ma una volta nella vita si può fare...) ci staremo solo un giorno. Per il resto, visto che l'acquisto è stato 'di pancia', dobbiamo ancora decidere il programma

Io a Parigi ci sono stata quattro volte, mio marito due, e una di queste eravamo assieme, fidanzati da poco. Certo, non potremo stare un'intera giornata al Louvre e un'altra al Père Lachaise, come abbiamo fatto nel 2005, ma di sicuro troveremo qualcosa d'interessante per Gabo. Un paio di musei di sicuro, magari un giro sulla Senna, la Tour Eiffel... e poi quattro giorni volano.

Oggi pomeriggio mi sono fiondata in biblioteca a prendere un paio di guide, tra cui la Lonely Planet per bambini: "Parigi. Tutto quello che hai sempre voluto sapere (Vietato ai genitori)". E abbiamo comunque una decina di giorni per documentarci. 

Ah, naturalmente si accettano consigli e suggerimenti!