venerdì 29 maggio 2009

Optional

Da un mesetto abbiamo deciso di rivoluzionare il momento della pappa. Qualche risultato lo stiamo vedendo, ma certo il cibo per Gabo è sempre un optional.

Tutto è cominciato durante la vacanza a Roma: in quattro giorni non ha praticamente toccato cibo né a pranzo né a cena. Prendeva il biberon con latte e biscotti a colazione, il latte la sera prima di dormire, e uno yogurt a merenda. Per il resto, sciopero della fame. Un po' perché al ristorante non c'è la tv con i cartoni animati, un po' perché il suo menù contemplava, allora, ancora le pappette da svezzamento con omogeneizzati oppure, uniche alternative solide, la cotoletta o la piadina con stracchino (in quantità da criceto, non da bimbo di 2 anni e mezzo...).

Così, durante il ponte del primo maggio, ho rispolverato alcuni libri dedicati all'alimentazione. E abbiamo deciso di provare ad applicare il metodo Estivill per "insegnare a mangiare". L'autore di "Si mangia!" è famosissimo (amato/odiato) per il metodo relativo al sonno ("Fate la nanna"); molto meno per la pappa.

In estrema sintesi, dal punto di vista pratico funziona così: si apparecchia, si mette il bimbo a tavola, se rifiuta il cibo dopo 3 minuti di tentativi si sparecchia e lo si mette giù. Si fanno 3 minuti di pausa, poi si apparecchia, 4 minuti di tentativi di farlo mangiare, se rifiuta lo si mette giù per 4 minuti. Terzo e ultimo tentativo, per 5 minuti: se continua a non mangiare amen, si sparecchia, mangerà al prossimo pasto.

Al metodo, poi, noi abbiamo pure aggiunto la disintossicazione drastica dai cartoni in tv e in particolare dal dvd di "Cars", che era diventata una vera fissazione. I cartoni ora li usiamo come premio, se mangia qualcosa. E Saetta torna in tv solo quando mangia proprio tutto!

Il problema è che Estivill non contempla quella che è stata (e qualche volta ancora è) la reazione di Gabo, quando lo facciamo scendere da tavola dopo il rifiuto della pappa: si arrabbia come una iena, piange, si butta a terra, batte i pugni e urlando si arrampica di nuovo sul seggiolino e chiede il piatto. Fin qui benissimo, si suppone che l'obiettivo sia questo. Il problema è che (all'inizio lo faceva sempre, ora spesso) comunque lui non mangia. Punto. O meglio, mangia solo se nel piatto c'è la cotoletta o la piadina. E a volte nemmeno quelle. Abbiamo trovato per ora una sola alternativa, che sono delle svizzerine di vitello che cuocio nel latte, e magari un pomodorino pachino di contorno. Meglio che niente... Ma siccome soffre anche di stipsi cronica, ogni tanto proviamo a proporgli un passato di verdura, un minestrone, una pasta e fagioli, per non dire di pastina in brodo o pasta asciutta... Niente da fare. Non c'è da stupirsi se abbia perso oltre mezzo chilo in tre settimane... Anche perché contemporaneamente ho tagliato drasticamente anche i budini (Danette, Muu Muu Cameo, Fruttolo...), che lo avevano inciccito parecchio negli ultimi mesi (a fine aprile pesava 13 chili, ora 12,4...) ma non certo nutrito.

Insomma, il momento di mettersi a tavola è sempre difficile. E anche al nido salta completamente il pranzo (al massimo mangia un po' di carne un paio di volte a settimana), tanto che sono state proprio le educatrici a sollecitarmi a portarlo dal pediatra. Noi, ormai, avevamo raggiunto una sorta di nirvana: se non mangia, pazienza. E il pediatra, la settimana scorsa, ci ha consigliato di continuare a tenere questo atteggiamento: "Voltatevi dall'altra parte". Non sempre ci riusciamo, però...

martedì 26 maggio 2009

Idee chiare

Domenica mattina ho portato Gabo in piscina.

Visto che il papà non sa nuotare e io ho avuto paura dell'acqua fino a pochissimi anni fa (poi ho imparato a nuotare e sono diventata anche sub...), vorrei tanto che mio figlio crescesse un po' più "acquatico" di noi. Anche per questo, quando aveva quattro mesi, l'ho portato ad un corso di acquaticità. Ed era tranquillo e felice di giocare in acqua, a differenza della maggior parte degli altri bambini. Anche in Tunisia, un anno fa, si divertiva nella piscinetta bassa e facevamo fatica a tenerlo lontano dall'acqua.

Così domenica andiamo in una piscina dove, dalle 10 alle 11.20, c'è l'accesso libero per bimbi da 0 a 6 anni, con tanti giochi e attrezzi adatti a loro.

Appena ha visto la vasca, Gabo ha detto entusiasta: "Bellooo".
Siamo entrati in acqua e ho tentato di mettergli le alette. Niente da fare.
Ho provato a proporgli il salvagente: nisba.
L'ho infilato nel tubo galleggiante: accenno di piantino.
Abbiamo giocato qualche minuto a lanciare le palline, poi è stato perentorio: "Via".
Vuoi andare via?
"Sì".

Nello spogliatoio, dopo la doccia, è stato ancora più netto: "Scina, più" (=in piscina non voglio tornare più).
Che caratterino, figlio mio...

lunedì 25 maggio 2009

Domande fondamentali

La prima, ormai parecchio tempo fa, è stata vè? (=dov'è?).

Da qualche giorno si è aggiunta sè? (=cos'è?)

Ieri, l'inquietante new entry: pettè? (=perché?)

Si apre un mondo nuovo...

(Tutto questo per dire che ci siamo, stiamo bene, ma non ho il tempo per raccontare del fatto che siamo ancora in lista d'attesa per la scuola d'infanzia, che Gabo fa quasi lo sciopero della fame e dal primo maggio ha perso 6 etti, che siamo stati dal pediatra e ha ordinato una consulenza gastroenterologica con esami del sangue, che abbiamo ricevuto la "pagella" d'ammissione per la materna, che sabato abbiamo fatto un picnic con tutti i bimbi e le dade del nido, che hora ruit, insomma... e io vorrei tanto cambiare lavoro!)

domenica 10 maggio 2009

Adelina e Guendalina

Sono passate due settimane dalla nostra gita a Roma, ma non ho mai avuto tempo di buttare giù più di due righe... Eppure è stata una bella esperienza, che ci è servita molto anche per decidere di "cambiare rotta" sulla pappa (ma ne parlerò con calma in un post a parte).

Per quanto riguarda la visita allo zoo, ha divertito e interessato molto più me rispetto a Gabo, almeno all'apparenza. Io sono rimasta davvero ben impressionata dal Bioparco: nonostante la tristezza della vita in gabbia, ho visto animali molto ben tenuti, di buon aspetto insomma, e anche prolifici. Lo zoo di Barcellona, che ho visto nel 2003, mi lasciò molta più amarezza...

Così, mentre io saltellavo da una zona all'altra gridando con eccitazione: "Gabo, guarda, gli elefantiiiiiii!!! Gabo, guarda, le giraffeeeee!!! Gabo, guarda, gli orsiiii!!!", il tutto condito da dotte citazioni cinematografiche dal Libro della giungla e affini, il nostro cucciolo d'uomo non dava segni particolari di apprezzamento (se non un accenno di stupore alla vista della tigre). Ma, soprattutto, da un certo punto in poi l'apparire di ben altra meraviglia nei vialetti del Bioparco ha attirato tutta la sua attenzione: il trenino elettrico.

Non importava che il giorno prima avesse visto decine di treni "veri", in due stazioni, con tanto di viaggio di 2 ore e 40 su un Eurostar (ma per lui era come stare chiuso in una stanza d'albergo, in effetti): per lui quel trenino era l'unica attrazione dello zoo. E ha gnolato finché non siamo riusciti a salirci per un giro di 10 minuti.

Be', però bisogna dire che si è divertito molto anche a rincorrere un piccione (e non c'era bisogno di andare fino a Villa Borghese a Roma per vederli, visto che li abbiamo sotto casa) e poi due incauti palmipedi in libera uscita. Sarà che le oche degli Aristogatti sono tra i suoi personaggi preferiti, ma l'incontro con quei due pennuti è valsa la gita allo zoo.

In realtà, anche se non dava a vederlo, questa immersione in un mondo animalesco "vero" e non solo di cartoni gli è piaciuto assai. Anche perché, da quando siamo tornati a casa, la sua lettura preferita è il libro dei Barbapapà che racconta di animali ("L'arca dei Barbapapà"), tanto che Gabo li chiama per nome uno ad uno, a modo suo ovviamente, specificando di averli visti tutti allo zoo.
"Paddo, su, nanna, vitto!" (il leopardo faceva la nanna su un ramo, l'ho visto)".
"Dillo, vitto" (coccodrillo, visto).
"Fote, vitte" (foche, viste).
"Tonte, vitto" (il fatto è che il rinoceronte non c'era, allo zoo di Roma... ma non me la sento di deluderlo dicendogli la verità!).

lunedì 4 maggio 2009

Tutto ok, eh

Superlavoro, anche a casa: è solo per questo che non aggiorno il blog!
Spero di avere presto un po' di tempo (ma temo di no...)